HomeCronaca “Il senso di sconfitta è un fattore che può portare un adolescente alla violenza”

"Il senso di sconfitta
è un fattore che può portare
un adolescente alla violenza"

Morrone, giornalista e criminologa:

“La frustrazione può generare violenza”

di Rosario Federico17 Settembre 2024
17 Settembre 2024

Silvia Morrone – giornalista e criminologa – ha analizzato con LumsaNews le possibili motivazioni della tragedia di Paderno Dugnano.

Quali potrebbero essere i fattori che portano un adolescente alla violenza?

“La frustrazione nell’aggressività. Studiosi come John Dollard e Neal Miller ci insegnano a legare queste due parole, a poterle leggere in un rapporto di causa-effetto. Dal senso di sconfitta, alla visione di non riuscire ad essere indomiti e di percepirsi incapaci di eliminare quella discrepanza tra quello che vediamo nel riflesso dello specchio e quello che l’altro vuole imporci. Quello che pensiamo, quello che proviamo, la condizione che viviamo – percepire un familiare/amico/fidanzato/marito altro da noi (più sagace, più colto, più avvenente) – possono poi farsi gesto”. 

Nel caso specifico di Paderno Dugnano quali sono i risvolti che emergono?  

“Bisogna addentrarsi nelle dinamiche, nell’analisi accurata di chi ha colpito, del tempo che ha preceduto l’evento e della rete relazionale: vedere cosa c’è sotto il tappeto. La sola lettura delle dichiarazioni del reo (quello che ritiene di aver provato nel momento dell’atto) non può essere sufficiente per rintracciare la motivazione dietro l’azione, perché la memoria di quell’evento può alterarsi nel tempo e, per coprire le lacune, possiamo inserire altre informazioni, anche involontariamente”. 

Il videogioco violento non mediato con altre persone può scatenare violenza? 

“«Dove mi trovo?». Dopo lo spegnimento di una console, potrebbe essere ostico rispondere a questo interrogativo: il reale può confondersi con il virtuale. L’identificazione con un personaggio che attiviamo nello schermo, possiamo portarla con noi. E questo può comportare una modifica dei nostri pensieri e poi delle azioni che li seguono e quindi un’emulazione di quello che vediamo in un videogioco. Tuttavia la letteratura scientifica è divisa sulle conseguenze: dall’aumento dell’aggressività alla riduzione dello stress”. 

Come si valutano gli interventi per reinserire i ragazzi nella società? 

“Bisognerebbe evitare di spostare il detenuto dalla sua stanza al carcere e viceversa, seguirlo nella crescita che non può dirsi automatica, perché deve essere “accompagnata”. E questo significa non abbandonare la persona all’auto-dialogo, dribblare il ritiro sociale e parare il rischio di recidiva”.

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