HomeEconomia Draghi: “Serve un cambio radicale nella Ue e un doppio piano Marshall”

Draghi: "Serve un cambio
radicale in Europa"
Presentato oggi il Rapporto

Un piano di investimenti di 800 miliardi

per rendere l'Unione più prospera e equa

di Samuele Avantaggiato09 Settembre 2024
09 Settembre 2024
rapporto ue

BRUXELLES – Prosperità, equità e libertà. Ma anche pace e democrazia. Secondo Mario Draghi sono questi i “valori fondamentali” dell’Europa, che l’ex premier italiano elenca nel suo Rapporto Ue sulla competitività presentato il 9 settembre a Bruxelles. “E serve un cambio radicale per la Ue”.

Draghi ha dichiarato che “l’Ue esiste per garantire che gli europei possano sempre beneficiare di questi diritti fondamentali”. Per cui, se l’Unione non sarà più in grado di garantirli “avrà perso la sua ragione d’essere”. Sulla produttività, il monito di Draghi è evidente: “L’unico modo per affrontare questa sfida è crescere. L’Europa deve cambiare radicalmente”. Allo stesso modo, l’Ue dovrebbe continuare – basandosi sul modello del NextGenerationEu – a emettere strumenti di debito comune, che verrebbero utilizzati per finanziare progetti di investimento. 

L’ex presidente della Banca Centrale Europea ha poi evidenziato che servirebbero finanziamenti doppi rispetto a quelli del piano Marshall. Numeri alla mano, sarebbero necessari almeno 750-800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi ogni anno. Mentre sul voto a maggioranza qualificata, Draghi suggerisce un’estensione a più aree con una “cooperazione rafforzata” nei casi di stallo. 

In merito ai finanziamenti sulla difesa, il Rapporto Ue sulla competitività di Draghi raccomanda di “aumentare i finanziamenti europei” e concentrarli su “iniziative comuni”. Allo stesso modo, l’ex premier afferma che “nessuno Stato membro può finanziare, sviluppare, produrre e sostenere tutte le capacità per mantenere la leadership”. Non si è fatta attendere la risposta della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, secondo cui “prima c’è la definizione di priorità e progetti comuni, poi ci sono due strade possibili: i finanziamenti nazionali o nuove risorse proprie”.

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