L’unica cosa certa della “questione Vatileaks” è che il corvo non può aver agito da solo. L’indagine sullo scandalo in Vaticano che ha portato all’arresto del maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, si ingigantisce e si ingarbuglia sempre di più. Nuovi personaggi diventano gli attori di una vicenda che sembra essere uscita dalla mente di un romanziere come Dan Brown. A tal proposito il Pontefice, durante la Messadella Domenica di Pentecoste, se da un lato afferma che «stiamo rivivendo la stessa esperienza di Babele», dall’altro auspica che la comprensione e la comunione umana vincano sulle divisioni.
Le polemiche sul libro di Nuzzi. Lo scorso gennaio inizia la pubblicazione sui giornali e in tv di documenti riservati del Vaticano. Più precisamente il 25, nel programma “Gli intoccabili” di Gianluigi Nuzzi, monsignor Viganò – segretario generale del Governatorato – denuncia la corruzione nella Chiesa. Successivamente, oltre alla notizia di voci su un presunto attentato al Papa, esce in libreria il libro di Nuzzi “Sua Santità”. Il volume contiene centinaia di carte segrete del Pontefice: dal caso Boffo all’Ici. Da questo momento parte la caccia alla gola profonda. La conseguenza di questa moderna caccia alle streghe, anzi al “corvo”, è la nomina, da parte di Benedetto XVI, del cardinale Herranz come capo di una commissione d’inchiesta per far luce sulla questione. Alcuni giorni dopo il cerchio si stringe: Paolo Gabriele, maggiordomo del Papa viene arrestato.
Veleni e interviste anonime. La quantità dei documenti in possesso del corvo sembra essere enorme. Mentre proseguono i controlli sui computer, ben quattro casse di fogli e foglietti sono state portate via dalla casa del maggiordomo. Ieri il corvo, alias Paolo Gabriele, sembrerebbe aver cominciato a parlare e, anche se in Vaticano il segreto istruttorio è totale, si comincia già a vociferare su chi sia il manovratore: un cardinale italiano. Quasi un affare Ora come ora dal punto di vista di formale Paolo Gabriele è accusato solamente di “furto aggravato”. Tuttavia non è lui il motivo di tanto clamore, ma appunto tutto ciò che potrebbe esservi dietro.
La notizia più importante di oggi è l’intervista – a un anonimo e misterioso personaggio – proposta da La Repubblicae La Stampa, la quale conferma l’ipotesi di Paolo Gabriele come semplice pedina di un sistema più grande e più complesso. L’anonimo informatore afferma infatti che «tra i corvi ci sono anche le Eminenze, ma la Segreteriadi Stato non può dirlo, e fa arrestare la manovalanza, “Paoletto” appunto, il maggiordomo del Papa». Sono parole forti. Probabilmente dovrebbero essere accompagnate da un nome, anziché dall’anonimato. Gli altri giornali – come il Corriere della Sera che apre in prima pagina con il titolo Un cardinale tra i sospettati – puntano invece sulle indiscrezioni che, appunto, sembrano essere uscite dalla gendarmeria vaticana. Ossia che dietro il maggiordomo ci sia un “alto” uomo della curia italiana.
Paolo Costanzi