LIDO DI VENEZIA – Un delicato caso politico ha segnato profondamente l’81 esima edizione della Mostra del cinema di Venezia, in corso fino a sabato 7 settembre. La regista iraniana Atefeh Jalali non ha potuto presentare il suo primo cortometraggio, dal titolo Ajar, poiché le è stato impedito, insieme al cast composto da Masoomeh Iranshahi e Ibrahim Azizi, di lasciare il paese e presentare il film. Questo divieto è dovuto al tema politico trattato nel film e al fatto che l’attrice protagonista non indossi l’hijab. La produzione WeShort Originals ha reso noto l’accaduto e ha sporto denuncia. A rappresentare il corto in anteprima mondiale alla Mostra di Venezia durante la cerimonia del Red Carpet ci sarà Alex Loprieno per WeShort e i co-produttori spagnoli della MonkeyFilmmakers.
Proteste e solidarietà tra donne i temi non graditi
Un debutto mancato, dunque, in quanto il titolo costituisce l’opera d’esordio dell’attrice Atefeh Jalali. Il corto, in concorso a Venezia81 nella sezione Orizzonti, racconta la storia di una relazione extraconiugale che subisce una svolta decisiva nel momento in cui la moglie dell’uomo viene arrestata durante le proteste di piazza. La protagonista è così costretta a riconsiderare la propria vita e ad allontanarsi dal percorso edonistico intrapreso. Rapporti illegittimi, solidarietà tra donne, proteste, sono tutti temi che non sono stati graditi dal regime, che ha trovato il modo di intervenire e impedire la proiezione di un film moderno, frutto della mente di una giovane artista.