MILANO – “Giulia diceva che tutto quello che mangiava aveva un sapore assurdo, ogni cibo un odore strano”. È uno dei passaggi più significativi della testimonianza di questa mattina, 21 marzo, di Chiara Tramontano nell’ambito del processo che vede imputato Alessandro Impagnatiello per il brutale omicidio della sorella Giulia. L’uomo, nei mesi precedenti all’assassinio, l’avrebbe avvelenata con del topicida.
Quando Giulia scoprì la gravidanza “aveva le lacrime agli occhi – ha raccontato Chiara Tramontano -. Le chiesi se erano di gioia o di paura e il problema era che non sapeva come avrebbe reagito l’imputato” (Alessandro Impagnatiello ndr).
Poi il tradimento, scoperto grazie al tracker delle cuffiette dello smartphone di Impagnatiello che mostrava i suoi movimenti a Milano dopo l’uscita dal lavoro, e a seguito del quale Giulia aveva deciso di abortire. Ma ormai era troppo tardi per legge.
Al momento della morte Giulia Tramontano era al settimo mese di gravidanza. Una gravidanza che, come evidenziato in aula dalla sorella, aveva deciso alla fine di portare avanti da sola. Il compagno infatti “non gradiva” l’arrivo di un figlio.
Sui social, invece, il fratello di Giulia, Mario scrive: “Continueremo a lottare ogni singolo istante della nostra vita affinché sia tolta la libertà per sempre a chi ti ha negato la possibilità di essere una madre, una figlia, una sorella”.