ROMA – Undici anni di Papa Francesco. Josè Bergoglio inaugurava il suo pontificato il 13 marzo 2013 e ad oggi non ha alcuna intenzione di interromperlo. “Il ministero petrino è ad vitam”, assicura nella sua autobiografia, in libreria dal 19 marzo. Di “Life. La mia storia nella Storia”, il Corriere della Sera ha pubblicato in esclusiva mondiale alcuni stralci.
La rinuncia al mandato sarebbe quindi un’opzione possibile solo nel caso in cui “subentrasse un grave impedimento fisico”. Se dovesse succedere, però, Francesco rifiuterebbe il titolo di Papa emerito, scegliendo quello di vescovo emerito di Roma. E sul rapporto con il suo predecessore, Benedetto XVI, si dice “addolorato per come la sua figura di Papa emerito sia stata strumentalizzata con scopi ideologici e politici”. Nella biografia racconta della collaborazione con Ratzinger per evitare una frattura dentro la Chiesa. Un proposito vanificato dalle “polemiche che non sono mancate in dieci anni, e che hanno fatto male a entrambi”.
Tra le anteprime pubblicate, anche quella relativa al periodo del ricovero in ospedale: “Qualcuno era più interessato alla politica, a fare campagna elettorale, pensando quasi a un nuovo conclave”. Ma per Francesco “non c’è da scandalizzarsi, è umano”.
Il Papa chiarisce anche la sua posizione su temi divisivi come aborto e omosessualità. Abortire sarebbe “scartare una vita che non ha colpe”: coloro che praticato l’aborto, definito “un omicidio, un atto criminale”, sarebbero quindi “killer prezzolati”. Francesco apre invece alle unioni civili: “Immagino una Chiesa madre che abbracci e accolga tutti. È giusto che queste persone che vivono il dono dell’amore possano avere una copertura legale”.
E in fatto d’amore non nasconde la sua esperienza personale: “Durante il seminario ebbi una piccola sbandata. Avevo già avuto una fidanzata in passato. Per una settimana ebbi la sua immagine sempre nella mente e mi fu difficile riuscire a pregare! Poi per fortuna passò e dedicai anima e corpo alla mia vocazione”.