Il presidente siriano Bashar al-Assad ha assicurato, in una intervista, di voler distruggere l’arsenale chimico in suo possesso. Confermando così di possederne. Ha anche aggiunto che l’operazione costerà circa un miliardo di dollari che servirà un anno di tempo per rendere inoffensive le armi.
Durante l’intervista, rilasciata al canale americano Fox News, il dittatore siriano ha anche voluto dichiarare che il suo paese non è afflitto da una guerra civile, ma che è stato oggetto di infiltrazioni di migliaia di jihadisti legati al network terrorista di Al Qaeda.
Assad ha negato di essere il responsabile per l’utilizzo del gas nell’attacco al quartiere di Damasco del 21 agosto scorso, e ha anche attaccato le Nazioni Unite che, però, hanno trovato prove «inconfutabili e chiare dell’uso del gas sarin».
Il dittatore siriano ha spiegato che il suo esercito sta avanzando nelle zone controllate dai ribelli e che non avrebbe, perciò, avuto bisogno di lanciare dei missili contenenti il gas. «Tutta la storia – ha spiegato Assad – è senza senso, e non si regge in piedi. Non è realistica. Noi non abbiamo usato alcuna arma chimica a Ghouta».
Il disarmo chimico sarà un’operazione difficile e costosa. «Bisognerà investire un sacco di soldi – ha detto Assad – e costerà molto, circa un miliardo di dollari; ed è molto pericoloso per l’ambiente». Con una frecciata all’amministrazione americana Assad si è anche chiesto: «Se gli americani sono così desiderosi di pagare questi soldi e di prendersi la responsabilità di portarsi l’arsenale sul suolo americano, perché non lo fanno?».
Bashar al Assad ha voluto chiarire che la decisione di procedere al disarmo non è stata presa sotto la spinta americana, ma che è una risposta all’iniziativa russa che ha riscosso «il nostro sostegno».
Sempre mercoledì, la Russia, alleata della Siria, non ha voluto riconoscere il rapporti degli inviati delle Nazioni Unite, e ha spiegato di avere delle prove che ad aver usato il gas sarin siano stati proprio i ribelli. Sergei Ryabkov, ministro degli Esteri russo, ha spiegato il motivo della forte presa di posizione russa sulla ricerca delle Nazioni Unite. «Si tratta di una visione distorta e parziale della verità». Ryabkov ha anche affermato di aver ricevuto direttamente da Assad il materiale contenente le prove di uso di armi illecite di distruzione di massa da parte delle forze dei ribelli. Ha anche aggiunto di averle date ad Ake Sellstrom, il capo della missione in Siria, senza che però questi prestasse loro la dovuta attenzione.
Il rapporto delle Nazioni Unite non condanna né prende posizione, ma riporta una dettagliata disanima delle armi in possesso di Damasco, la loro ipotetica provenienza e la loro capacità di offesa. Per esempio, un solo missile può portare 56 litri di gas sarin liquido, e, di questi, sono necessari soltanto 0,5 milligrammi per uccidere un uomo.
Le Nazioni Unite difendono il lavoro dei suoi addetti. «I risultati – ha spiegato il portavoce Martin Nesirky – sono inequivocabili». «Questo è un rapporto obiettivo su uno specifico incidente» ha concluso.
Intanto Human Rights Watch ha reso pubblica la sua analisi sul rapporto delle Nazioni Unite, sostenendo che questo dimostra come due missili lanciati il 21 agosto siano stati sparati dal quartier generale della Guardia Repubblicana. Comunque, le «prove non sono conclusive».
Ryabkov, sta preparando una visita a Damasco per presentare al governo siriano i risultati dell’accordo raggiunto tra la Russia e gli Usa a Ginevra, in Svizzera, sul programma di distruzione delle armi illegali. Ha anche precisato di aver spiegato, con particolare enfasi, a Walid al-Muallem, ministro degli esteri siriano, quanto sia importante che Damasco esponga «strictly and swiftly», cioè in modo puntiglioso, tutti i dettagli sulle sue armi all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. Il primo passo deciso nell’accordo.
Il ministro degli esteri russo ha rassicurato la Siria sulla possibilità di un pronunciamento delle Nazioni Unite sull’argomento, basato sul Capitolo VII della Carta che autorizza l’uso della forza. Questo sarebbe possibile, ha spiegato, soltanto se il Consiglio di Sicurezza avesse la certezza di una violazione.
Intanto, la Cancelliera Angela Merkel, ha spiegato, anche lei in un’intervista, questa volta a una televisione tedesca, che le esportazioni chimiche verso la Siria, potevano essere potenzialmente anche utilizzate per la costruzioni delle armi.
Il governo tedesco, rispondendo a una domanda di un membro del parlamento, ha dichiarato che 137 tonnellate di sostanze capaci di produrre il gas sarin, sono state esportate in Siria tra il 2002 e il 2006. Angela Merkel, nell’intervista, ha chiarito che è stata aperta un’inchiesta per accertare quale utilizzo sia stato fatto delle esportazioni che ne ha rivelato la destinazione.
Assad: distruggeremo le armi chimiche Merkel: Germania ha venduto sostanze per costruire bombe al Sarin
19 Settembre 201363
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