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HomeEsteri Kiev respinge le parole del Papa. Stoltenberg: “Resa non significa pace”

Kiev respinge le parole
del Papa. Stoltenberg: "Resa
non significa pace"

Per il Cremlino l'appello del Pontefice

è "abbastanza comprensibile"

di Samuele Avantaggiato11 Marzo 2024
11 Marzo 2024
Santo Padre

Papa Francesco | Foto Ansa

CITTÀ DEL VATICANO – “Il coraggio di alzare bandiera bianca, di negoziare”. Ha scatenato un’ondata di polemiche la dichiarazione rilasciata da Papa Francesco ieri, domenica 10 marzo, in un’intervista alla Radiotelevisione Svizzera, in merito al conflitto in Ucraina. Un messaggio che però è stato mal interpretato, in quanto il Santo Padre secondo il Vaticano non parlava di “resa”. L’idea, infatti, era quella di spingere i due Paesi a trovare un accordo per porre fine al conflitto nel minor tempo possibile. Non si è fatta attendere la reazione di Mosca, che ha espresso comprensione per le parole di Francesco, dura invece la reazione di Kiev. Non ha usato mezzi termini il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, nel corso del punto stampa con il premier svedese Ulf Kristersson per la cerimonia d’ingresso di Stoccolma nell’alleanza. “La resa non significa pace, dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina”, ha ribadito Stoltenberg.

La posizione della Russia 

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che l’appello del Papa per una soluzione negoziata in Ucraina “è abbastanza comprensibile”, ma Kiev continua a rifiutare tale ipotesi. “Le dichiarazioni del Santo Padre” pertanto – ha aggiunto Peskov – “non consentono la possibilità di condurre alcun negoziato”. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Marija Zakharova, ha detto poi che il Papa “Chiede all’Occidente di mettere da parte le sue ambizioni e ammettere che si è sbagliato”, perché “ogni esperto, ogni politico, ogni diplomatico oggi capisce che l’Ucraina è in un vicolo cieco”. Il Pontefice ha parlato anche della guerra tra Hamas e Israele, definendo “irresponsabili” i vertici coinvolti nel conflitto, ribadendo il fatto che tutte le guerre, prima o poi, finiscano in un accordo. 

Kiev: “La nostra bandiera è gialla e blu”

Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, a seguito delle parole del Santo Padre sulla “bandiera bianca”, ha sottolineato su X che l’Ucraina non alzerà mai “altre bandiere” se non la propria “gialla e blu”. Zelensky ha poi polemizzato riguardo al ruolo del Vaticano nel conflitto: “La Chiesa sta insieme alle persone, non da qualche parte, a 2.500 chilometri di distanza, mediando virtualmente tra qualcuno che vuole vivere e qualcuno che vuole distruggerti”. Anche la Francia si è schierata sul fronte dell’Ucraina e lo ha fatto attraverso la dura reazione del ministro degli Esteri francese, Stéphane Séjourné: “Come si fa a pensare che di fronte a una potenza espansionistica, a un paese imperialista, ci si possa permettere di fare un passo di lato? Significherebbe dare la possibilità di approfittarne per andare avanti”.

 

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