PESCARA – L’Abruzzo resta nelle mani del centrodestra. Marco Marsilio, il presidente uscente voluto da Giorgia Meloni, vince con il 53,5% di preferenze e smonta il “campo largo” del centrosinistra. Luciano D’Amico, candidato del Movimento 5 Stelle, si ferma al 46,5%, mettendo un freno all’ondata positiva scaturita dalla vittoria in Sardegna del 25 febbraio scorso e cavalcata da Elly Schlein e Giuseppe Conte.
Le reazioni del centrodestra
“È stata scritta una pagina di storia – ha esultato Marsilio dopo la vittoria – negli ultimi trent’anni mai nessun presidente era stato riconfermato”. Un traguardo che solleva il morale di Fratelli d’Italia, il partito che si attesta al 24% dei voti, e allenta le tensioni della premier Giorgia Meloni. “È andata a dormire tranquilla e felice”, ha detto ironicamente Marsilio. Meloni, sui social, esprime tutto il suo entusiasmo: “È per noi motivo d’orgoglio che i cittadini abruzzesi abbiano voluto continuare a dare fiducia al centrodestra – scrive – “non la tradiremo”.
Marco Marsilio è il primo Presidente nella storia dell’Abruzzo ad essere riconfermato dagli elettori per un secondo mandato. Ed è per noi motivo di grande orgoglio che i cittadini abruzzesi abbiano voluto continuare a dargli fiducia, e con lui a dare fiducia al Centrodestra, che… pic.twitter.com/KpCHKfgGCv
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) March 11, 2024
La premier ha poi aggiunto: “Non conta quanto il campo largo è largo ma quanto è coeso”. Commenti positivi arrivano anche da Lega, che sprona ad andare “avanti con il buongoverno”, e Forza Italia che, come annuncia il ministro Antonio Tajani, “ora punta a superare il 10% alle europee”. I due partiti, seppur dietro al Partito Democratico, conquistano rispettivamente il 13,2% e il 7,6% delle preferenze.
Il futuro del “campo largo”
A congratularsi con il neo eletto presidente di Regione è anche lo sfidante Luciano D’Amico, con una chiamata dopo lo spoglio definitivo: “Gli ho augurato buon lavoro – ha detto in conferenza stampa questa mattina – assicurando che faremo un’opposizione che possa essere d’aiuto per realizzare progetti e programmi”. Dalla coalizione che l’ha sostenuto arrivano parole di conforto, come i complimenti telefonici di Giuseppe Conte: “Gli auguro buon lavoro come capo dell’opposizione”. L’eventualità di ripetere “l’assalto” sardo è fallita e il “campo largo” vacilla ma non crolla. “Continueremo a batterci per un’alternativa – ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein – unendo le forze siamo in grado di competere”.
Il nodo dell’affluenza
A pesare su entrambi gli schieramenti è stato il drastico calo di affluenza alle urne. Un dato, definito grave da Pd e M5S, del 52,2% rispetto al 53,11% del 2019, che ha causato non poca tensione a Giorgia Meloni. Alla fine lo spettro di un epilogo simile a quello avvenuto in Sardegna non si è verificato ma, per D’Amico, si tratta in ogni caso di una “sconfitta bruciante di entrambe le coalizioni”. L’unità è la chiave determinante in vista del prossimo appuntamento delle regionali in Basilicata, previste per il 21 e 22 aprile. Mentre il centrodestra sembra aver trovato un accordo con il nome di Vito Bardi, il “campo largo” è ancora di fronte a una rosa di nomi da scegliere.