TEL AVIV – A Gaza è iniziato il ramadan, senza il cessate il fuoco. “Il mese sacro arriva in un momento di immenso dolore. Le terribili sofferenze inflitte dalla guerra al popolo palestinese sono in cima ai miei pensieri”. Queste le parole del presidente americano Joe Biden diffuse nella notte del 10 marzo dalla Casa Bianca in occasione dell’inizio del Ramadan. “Sono stati uccisi più di 30mila palestinesi, la maggior parte dei quali civili, tra cui migliaia di bambini”, ha sottolineato il Capo della Casa Bianca.
Il presidente americano si è scagliato contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu, sostenendo che “Deve prestare maggiore attenzione alle vite di innocenti perse a causa delle azioni intraprese”. Secondo Biden, Netanyahu “Sta facendo più male che bene a Israele”. Dello stesso avviso, il segretario generale Onu Antonio Guerres: “Israele ha detto che è una guerra contro Hamas e non contro i palestinesi, ma la verità è che questa si è trasformata in una punizione collettiva contro il popolo palestinese”, ora “basta. Stiamo chiedendo una tregua umanitaria e il Ramadan potrebbe essere un’ottima occasione per arrivare a un cessate il fuoco”.
Linea infuocata tra America e Israele
Secondo quanto riferito da funzionari americani alla Cnn, l’amministrazione americana ritiene che l’operazione militare israeliana su Rafah non sia imminente e non avrà luogo nel prossimo futuro. Non è dello stesso avviso il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che nelle scorse ore ha affermato di voler portare avanti un’offensiva militare a Rafah, dove si rifugiano 1,5 milioni di palestinesi sfollati.
La possibile tregua tra Hamas-Israele
Secondo fonti egiziane, il direttore della Cia William Burns starebbe spingendo per una breve tregua di 2-4 giorni per l’avvio del Ramadan. Questo consentirebbe di riprendere i colloqui per un accordo e aumentare l’ingresso degli aiuti umanitari. Inoltre Hamas – ribadiscono le fonti del Cairo – si impegnerebbe a fornire a Israele una lista con i nomi degli ostaggi che sono sotto al suo diretto controllo e informazioni sugli altri detenuti da altre fazioni.
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