ROMA – Nell’inchiesta della Procura di Perugia sul presunto dossieraggio spunta ora un dossier su un’attività non autorizzata riguardo i fondi della Lega. Il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, riferendo giovedì in Commissione Antimafia, ha assicurato che l’attività sui fondi sarà oggetto di futuro approfondimento. Il leader del Carroccio Matteo Salvini, intanto, in una nota ha chiesto che vengano diffusi i nomi dei mandanti e che il partito è pronto a denunciare e chiedere risarcimento danni a tutti i livelli.
Sul tema mandanti insiste anche la premier Giorgia Meloni, secondo la quale sarebbero stati dei funzionari infedeli allo Stato italiano a passare le informazioni a giornali di sinistra, riferendosi in particolare al quotidiano di Carlo De Benedetti Domani, che vede tre sui cronisti indagati. Parole che la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha definito “deliranti”. Schlein, intervenendo a Piazza Pulita, su La 7, ha ribadito: “La presidente del consiglio si inventa un nemico al giorno, come arma di distrazione di massa”.
“Capire qual è la cupola” è invece la posizione del ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, che venerdì mattina ha dichiarato a Mattino 5 di non credere che un sottufficiale della Finanza possa aver agito da solo: “Pasquale Striano lavorava a contatto stretto con l’Antimafia, con l’ex procuratore Cafiero de Raho”, ha detto, suggerendo di far luce anche sul fine per il quale sono state usate le informazioni sensibili.
L’inchiesta dunque sembra essere destinata ad allargarsi. Il timore è che le informazioni riservate possano essere finite in mano all’intelligence straniera, da qui l’esigenza di Melillo e Cantone di essere ascoltati al Copasir.
Secondo Cantone, ci sarebbero stati più di diecimila accessi abusivi alle banche dati da parte di Striano. Ma non solo. Il procuratore di Perugia è convinto che “il mercato delle Sos” non si sia per nulla fermato, anche dopo l’allontanamento di Pasquale Striano dalla Dna, perciò è stato aperto un altro filone d’indagine trasmesso ai pm di Roma.