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Israele dà un ultimatum
di 15 giorni a Hezbollah
per accettare accordo Usa

Ancora stallo trattative per una tregua

Hamas abbandona i negoziati al Cairo

di Beatrice D'Ascenzi07 Marzo 2024
07 Marzo 2024
israele

Un attacco israeliano sul villaggio libanese Arab Louaize | Foto Ansa

TEL AVIV – Una settimana di tempo per accettare la proposta americana. È l’ultimatum dato da Israele a Hezbollah in merito all’accordo, presentata nei giorni scorsi dall’inviato speciale Usa Amos Hochstein, che prevede l’allontanamento dei combattenti libanesi filo-iraniani dalla linea di demarcazione tra Libano e Israele. Secondo fonti informate non meglio precisate, Israele ha informato i “paesi occidentali” di poter aspettare entro il 15 marzo, ma una fonte politica israeliana ha negato tutto. Nel caso in cui la data non fosse rispettata, lo stato ebraico si è detto pronto a un’escalation militare che potrebbe condurre a una guerra su larga scala.

Hezbollah, però, anche ieri ha ribadito il suo rifiuto per la proposta Hochstein e ha condizionato ogni de-escalation militare nel sud del Libano alla fine dell’offensiva di Israele sulla Striscia di Gaza.

Con il passare delle ore sembra affievolirsi la speranza di raggiungere un accordo sul cessate il fuoco a Gaza e sul rilascio degli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre prima dell’inizio del Ramadan. È ormai stallo da giorni e la conferma che la trattativa sia ferma arriva da funzionari Usa vicini al dossier, citati dal quotidiano americano New York Times. Secondo il quotidiano The Guardian, un alto funzionario di Hamas ha accusato Israele di aver “vanificato” tutti gli sforzi dei mediatori per raggiungere un accordo per la tregua prima del Ramadan, così ha lasciato il Cairo.

A parlare di un impedimento per Israele di utilizzare armi statunitensi nel caso in cui attaccasse l’area densamente popolata intorno alla città di Rafah, è il quotidiano The Washington Post, che descrive la frustrazione di Biden verso Netanyahu. Tuttavia, il presidente americano Joe Biden e altri funzionari “non hanno preso alcuna decisione sull’imposizione di una condizione legata all’uso delle armi made in Usa – riporta il quotidiano – ma il fatto stesso che i funzionari sembrano discutere di questo passo estremo dimostra la crescente preoccupazione dell’amministrazione per la crisi a Gaza”.

La tensione prosegue anche nel Mar Rosso: per la prima volta, un attacco missilistico degli Houthi ha causato tre morti in uno scontro con una nave mercantile al largo dello Yemen. La nave True Confidence, battente bandiera delle Barbados e registrata in Liberia, è stata raggiunta a poco più di 90 chilometri a sud-ovest di Aden. 

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