TARANTO – Lucia Morselli, ex amministratrice delegata di Acciaierie d’Italia (Adi) è indagata dalla procura di Taranto per “inquinamento ambientale e rimozione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro”. Come anticipato sulle pagine de La Gazzetta del Mezzogiorno, l’ex ad si è vista notificare poche settimane fa un avviso di proroga delle indagini. Lucia Morselli non è più amministratrice delegata dell’ex Ilva dallo scorso febbraio, dopo il commissariamento dello stabilimento da parte del governo.
Al centro dell’inchiesta l'”emergenza benzene” con i dati che raccontano un aumento costante negli ultimi anni dell’inquinante cancerogeno dagli impianti siderurgici. L’indagine si è mossa partendo dalle segnalazioni delle autorità sanitarie relativamente al benzene, inquinante cancerogeno. Pur restando sotto il valore limite, come media annuale, di 5 microgrammi per metro cubo di aria, Arpa Puglia ha infatti segnalato un trend al rialzo per le emissioni di benzene, passate, sempre come media annua, da 3,2-3,3 del 2022 a 3,7 dell’anno scorso. All’inizio del 2023 le emissioni di benzene al mese hanno avuto un’accelerazione. Nel rione Tamburi – quartiere di Taranto molto vicino all’acciaieria –, i dati di gennaio 2023 segnalano 5,9 microgrammi per proseguire con 4,6 a febbraio, 5 a marzo, 3,9 ad aprile, 2,8 a maggio e 3,1 a giugno scorso.
I Carabinieri del Noe – Reparto Operativo a tutela dell’ambiente – in diverse occasioni sarebbero entrati nella fabbrica per acquisire documenti e i pm stanno concentrando le indagini dal 2018 a oggi, in pratica nel periodo di gestione ArcelorMittal, con l’obiettivo di comprendere quali siano state le azioni messe in campo da AdI (Acciaierie d’Italia) per tentare di neutralizzare gli sforamenti.