Inizierà il prossimo 30 settembre a Firenze il nuovo processo d’Appello nei confronti di Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher. Il dibattimento, da rifare dopo la decisione, presa ad aprile, dalla Cassazione (i giudici di secondo grado, ribaltando gli esiti del giudizio di prime grado, avevano assolto i due imputati, Raffaele Sollecito e Amanda Knox, ritenendo gli elementi forniti dall’accusa non idonei a provare appieno la loro colpevolezza) non vedrà presenti in aula i due imputati. A confermare la sua assenza è la stessa Amanda. In un’intervista video al settimanale Oggi, rilasciata. a Seattle, la Knox ha raccontato che non tornerà in Italia, ha ancora “paura” della giustizia italiana che, a suo dire, le ha rubato anni di vita: “Sono stata assorbita e annientata dalle udienze, dalla prigione. Non ho ancora avuto la forza di piangere, di metabolizzare la perdita di Meredith. Sto cercando di ricostruirmi una vita – continua la ragazza americana – ne ho una sola, non posso permettermi di esporla al pericolo di un’altra ingiustizia. Mi hanno già rubato quattro anni, non ho più niente in Italia”. Per Amanda le prove della sua innocenza sono evidenti, non essendoci sue tracce nella stanza dove è stato compiuto il delitto.
La studentessa ha anche pensato, in questi anni, di incontrare i genitori di Meredith: “Contattare i Kercher? Non ci sono ancora riuscita. C’è questo abisso di dolore che ci separa, che è cresciuto durante il processo: non ho avuto il coraggio di attraversarlo. Milioni di volte, ho pensato di avvicinarli, non l’ho fatto perché ho paura che loro la considerino una strategia legale o mediatica. Non voglio che pensino questo di me. Non ho ancora avuto la forza di piangere, di metabolizzare la perdita di Meredith – aggiunge – Ma voglio essere in grado di incontrarli, un giorno, voglio andare con loro sulla tomba della mia amica…spero di incontrarli a metà strada”.
Un rapporto quello della Knox con l’Italia sempre teso, a causa delle accuse che l’americana ha più volte lanciato nei confronti del nostro paese. In particolare riguardo al suo periodo di permanenza in carcere. E non ci sarà certamente da stupirsi, se non prenderà mai il volo per Firenze.
Francesca Ascoli