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Silvia, 28 anni e una corsa incontro alla morte: si allunga la scia dei femminicidi nel nostro Paese

di Giulia Di Stefano18 Settembre 2013
18 Settembre 2013

omicidio cormor“Un omicidio anomalo”, commenta il responsabile del nucleo investigativo del Comando provinciale dei carabinieri di Udine, Fabio Pasquariello. Si indaga senza sosta nel parco del Cormor, alla periferia del capoluogo friulano, dove ieri, intorno alle 13, la ventottenne Silvia Gobbato è stata barbaramente uccisa a coltellate mentre faceva jogging. Non ci sono segni di violenza sessuale sul corpo della vittima e il sentiero che la ragazza stava percorrendo è un luogo sempre molto frequentato dagli abitanti della zona. Eppure il killer ha agito ed è fuggito indisturbato, il cadavere è stato ritrovato dopo alcuni minuti da un passante.

La corsa fatale. Silvia si allenava quasi tutti i giorni, quando staccava per la pausa pranzo dallo studio legale Ortis di Udine, dove stava svolgendo il praticantato da avvocato. Avrebbe affrontato la prova orale dell’esame di stato proprio tra un mese. Ieri Silvia non era andata sola al parco: con lei c’era Giorgio Ortis, figlio del titolare dello studio legale, anche lui avvocato praticante e amico della ragazza, con la quale si frequentava da alcuni mesi fuori dal lavoro. Entrambi erano iscritti al “Gruppo marciatori udinesi”, solo che Giorgio correva più veloce e, quando si è consumato il feroce omicidio, era alcune centinaia di metri più avanti nel sentiero, come confermato anche da alcuni testimoni. Il corpo della giovane, colpito con 12 coltellate all’addome e al dorso, è stato infatti rinvenuto da un passante, che ha chiamato i carabinieri intorno alle 13.48. L’omicidio è avvolto dal mistero, l’assenza di tracce di violenza sessuale e l’efferatezza dell’atto fanno dubitare dell’aggressione improvvisa di un maniaco. Gli inquirenti stanno interrogando parenti e amici vicini alla ragazza, compreso l’ex fidanzato con cui Silvia aveva recentemente chiuso una storia di 8 anni: l’assassino, capace di un assalto lampo “mirato”, forse conosceva e aveva seguito Silvia, aspettando il momento che sarebbe rimasta sola nel sentiero.

I femminicidi che macchiano il Paese. “Questa sembra ormai una terra di omicidi, una zona pericolosa – denuncia il capo della Procura della Repubblica di Udine, Antonio Biancardi – la violenza dilaga, i tempi sono cambiati, le pene sono miti anche in caso di delitti gravi e i tempi per completare il procedimento giudiziario e arrivare al terzo grado di giudizio sono lunghi”.
E i fatti gli danno ragione, solo ieri sono stati due gli episodi di femminicidio. Mentre Silvia Gobbato correva incontro alla sua tragica fine, anche Maria Pia Bigoni, 66 anni, pedalava a Civitanova Marche verso lo stesso destino di violenza e morte: era appena uscita di casa per recarsi al lavoro in bicicletta, quando è stata aggredita dall’ex marito, Graziano Palestini, 76 anni, che prima l’ha picchiata e poi finita con numerosi colpi inferti con un coltello da cucina.
I dati sui femminicidi nel nostro Paese sono allarmanti: da uno studio pubblicato questo mese da Eures, in collaborazione con l’Ansa, sono 728 i casi tra 2000 e 2011, mentre solo nel 2012, secondo i dati di Telefono rosa, ci sono stati 124 femminicidi. A detenere il triste primato è il Nord Italia, dove si verifica la metà (49,9%) dei casi, ben più che al Sud (30,7%) e al Centro (19,4%).
Quanto alla casistica regionale, la Lombardia, dove proprio all’inizio di settembre si è consumata l’uccisione di Marilia Rodrigues Martins, 29enne brasiliana incinta di 4 mesi, risulta la prima per numero di femminicidi (il 17,2% del totale), seguita dall’Emilia Romagna (8,8%), dal Piemonte e dal Lazio (entrambe all’8,4%).

 Giulia Di Stefano

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