TEHERAN – Sono oltre 61 milioni gli iraniani chiamati alle urne per eleggere parlamentari e membri dell’Assemblea degli esperti, il collegio incaricato di nominare la Guida Suprema. Ma sul voto pesa il rischio dell’astensionismo, l’unico strumento nelle mani degli elettori per contestare la repressione che la classe dirigente ha ordinato contro il movimento di protesta nato dopo l’uccisione di Mahsa Amini. Le consultazioni di venerdì 1° marzo sono le prime dalla morte della ragazza, avvenuta nel settembre 2022 mentre era in custodia della polizia morale per aver indossato male il velo.
La Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei – che ha già espresso la sua preferenza – ha invitato la popolazione a votare, “per frustrare i nemici” con un’alta affluenza. Anche il presidente Ebrahim Raisi si è già recato alle urne. Sono 300mila i militari dispiegati nel Paese per garantire la sicurezza delle elezioni, che si svolgono in un totale di 59mila seggi.
Insieme a maggiori libertà, gli iraniani chiedono migliori politiche economiche: in Iran, l’inflazione sfiora il 50%, la disoccupazione giovanile il 15. Sull’opinione pubblica pesa poi il ruolo dell’Iran nei conflitti in Israele e in Ucraina.