La scorsa notte un nuovo rogo, dopo quello di quattro anni fa, ha colpito il bar Necci, tanto amato da Pasolini, nel quartiere Pigneto di Roma. Secondo gli inquirenti l’incendio, sviluppatosi verso le 3,30, sarebbe di natura dolosa; ipotesi avvalorata dal ritrovamento di stracci imbevuti di benzina vicino la porta d’ingresso. Per fortuna le fiamme hanno solamente annerito il portone del locale dove Pasolini, nel 1961, tenne i provini del suo primo film, ”Accattone”, poi girato nello stesso quartiere.
I carabinieri del nucleo della Casilina, che si stanno occupando delle indagini, escludono che il gesto si possa ricondurre alla criminalità organizzata. L’incendio è stato di piccola entità (le fiamme si sono spente da sole) e questo farebbe pensare più a un avvertimento, una bravata o a una rivalsa personale anche se il titolare del bar, Massimo Innocenti, ha detto di non aver ricevuto minacce o avvertimenti di alcun tipo. Gli investigatori stanno cercando tracce di movimenti sospetti nelle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona. Inutilizzabili, a causa di un guasto, le telecamere del bar Necci.
Riaperto nel 2007 dopo anni di abbandono, il bar era diventato un punto di ritrovo molto famoso nella Capitale, visitato da cinefili e amanti della musica, in ricordo delle tante volte in cui Claudio Villa vi aveva cantato. Quattro anni fa, il 31 marzo del 2009, il locale era stato dato alle fiamme e anche in quell’occasione risultò essere un incendio doloso. I lavori di ristrutturazione permisero la riapertura in meno di un mese e da quel momento non ci fu più alcun problema fino all’episodio della scorsa notte. Nel 2009, Innocenti, proprietario del bar, ipotizzò potesse trattarsi di invidie di quartiere. Oggi questa è una delle piste al vaglio degli investigatori.
Intanto arrivano messaggi di solidarietà dal Campidoglio. A parlare è l’assessore alle Attività Produttive, Marta Leonori, che in una nota dichiara: «In questa città nessuno può sentirsi intimorito per aver svolto attività imprenditoriali libere, alla luce del sole e rispettose delle regole».
Domenico Cavazzino