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HomeCronaca Psichedelici, “sono tossici non saranno mai autorizzati se non per un uso medico”

"Psichedelici, sono tossici
non saranno mai autorizzati
se non per un uso medico"

Marco Pistis, docente in Farmacologia

"Difficile stabilire dei limiti sicuri"

di Lorenzo Sivilli27 Febbraio 2024
27 Febbraio 2024

“Alcuni psichedelici sono sostanze particolarmente potenti. Dosi anche molto piccole possono indurre effetti psichici intensi”. Marco Pistis, docente in Farmacologia all’Università di Cagliari, chiarisce a Lumsanews la pericolosità effettiva degli psichedelici e come i loro meccanismi influenzano la mente umana. 

Marco Pistis, docente in Farmacologia all’Università di Cagliari

 In che modo gli psichedelici influenzano il cervello a dosaggi minimi?

“In primo luogo, dobbiamo specificare che il “microdosaggio” non ha un significato farmacologico quantitativo. Il termine si riferisce a dosi genericamente inferiori a quelle che producono tipicamente effetti allucinogeni o psichedelici evidenti. In generale, le quantità specifiche di sostanze come la psilocibina (sostanza presente nei funghi allucinogeni, ndr.) presenti nelle preparazioni di prodotti naturali sono sconosciute, così come le concentrazioni plasmatiche raggiunte nelle persone durante il microdosaggio. Questa mancanza di informazioni limita la capacità di determinare precisamente i meccanismi d’azione e di stabilire soglie di sicurezza ed efficacia”.

Quali sono le conseguenze a lungo termine dell’uso continuato del microdosaggio?

“Non sono note poiché non esistono studi specifici a riguardo. C’è da dire però che diversi psichedelici hanno la capacità di indurre effetti cognitivi dannosi e hanno passibilità all’abuso e alla dipendenza”. 

Chi ne fa uso sostiene che tali sostanze aumentino la produttività sul luogo di lavoro, c’è un fondamento scientifico?

“Non esiste alcun fondamento scientifico. Queste sono sostanze farmacologicamente attive, tutte con potenziali effetti tossici e reazioni avverse che comprendono alterazione del sensorio e potenziale di abuso. Se il loro uso sarà approvato per determinate patologie, dovranno essere usate per quelle specifiche indicazioni e sotto il controllo medico. Non prevedo che saranno mai autorizzate per aumentare la produttività. Al di fuori di un eventuale uso medico restano sostanze illegali e potenzialmente molto dannose”.

Cosa cambia tra microdosaggio e dosaggio completo?

“I meccanismi degli effetti osservati con basse dosi non sono noti, ma un meccanismo plausibile risiede nelle affinità differenziali dei recettori attivati, negli effetti intracellulari e nelle reti neurali coinvolte a basse concentrazioni. Questi effetti possono essere molto diversi da quelli ottenuti ad alte concentrazioni. Tuttavia, questa è la regola per moltissimi farmaci e non rappresenta una peculiarità degli psichedelici”. 

Possono verificarsi dei cambiamenti nella risposta farmacologica?

“Certo. Molti farmaci che a basse dosi hanno una certa selettività per un determinato recettore, ad alte dosi la perdono e attivano altri recettori con effetti farmacologici molto diversi. La maggior parte delle sostanze psichedeliche ha affinità agonistica per numerosi recettori serotoninergici, ma queste affinità variano a seconda del tipo di recettore e della sua localizzazione a livello delle diverse reti neurali”.

Fattori fisiologici come l’età o il peso del corpo possono influenzare gli effetti provocati dal microdosing?

“È possibile, come avviene per molti farmaci, ma anche in questo caso non esistono studi abbastanza completi per determinarlo”.  

Esiste un microdosaggio ottimale in ambito terapeutico?

“Alcuni psichedelici sono sostanze particolarmente potenti. Dosi anche molto piccole possono indurre effetti psichici molto intensi, che dipendono anche dalla suscettibilità individuale. È particolarmente difficile, proprio per la loro potenza, dosarli in modo sicuro ed efficace, laddove sia possibile individuare un dosaggio specifico utile per i pazienti”. 

Può farci un esempio?

“L’esketamina, il derivato della ketamina, approvato per il trattamento della depressione grave, resiste ai farmaci tradizionali e deve essere assunto in ambiente ospedaliero e sotto stretto controllo medico. Va comunque ribadito che farmaci di questa classe hanno la potenzialità di dare reazioni avverse di tipo psichico che possono essere particolarmente intense e disturbanti per il paziente”.

 

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