ROMA – La polizia di Stato ha oscurato 473 risorse online, tra siti web, account e annunci pubblicitari, per aver pubblicizzato e promosso falsi investimenti finanziari. Il tutto avveniva attraverso piattaforme di trading in rete, offerte indistintamente al pubblico.
Gli accertamenti della procura dell’ufficio del gip del Tribunale di Roma hanno consentito di individuare alcuni soggetti coinvolti nella fase di monetizzazione delle risorse ottenute in maniera illecita. Nei loro confronti il personale del Centro Operativo di Sicurezza Cibernetica – Polizia Postale Lazio hanno eseguito decreti di perquisizione e sequestri.
Giro d’affari illecito da milioni di euro. L’IA utilizzata per ingannare gli utenti
Il falso trading online, come ricorda la polizia, produce ogni anno un guadagno di milioni di euro. Nel caso specifico, gli utenti confidavano sulla serietà degli investimenti perché i messaggi promozionali erano veicolati sfruttando in maniera indebita il marchio di Eni e l’immagine dell’amministratore delegato della società. In molti casi sono stati utilizzati dei video creati con la tecnica del “deepfake”, che attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale facevano credere nel pieno coinvolgimento di Eni e dei suoi organismi di vertice. Per bloccare questa rete di traffico illecita e inibire a ognuna delle risorse incriminate l’accesso dal territorio nazionale sono state determinanti la funzione di Security di Eni e l’attività di ricerca sulle fonti web, coordinata dal Servizio della Polizia Postale delle Comunicazioni.
Cinque regole per difendersi dalla truffe
La polizia suggerisce cinque regole chiave per difendersi dal falso trading online, una tipologia di truffa che alimenta anche altri reati come il riciclaggio, l’evasione fiscale e l’abusivismo finanziario, strumenti utilizzati dalla criminalità organizzata. I principi cardine sono: diffidare delle offerte di investimenti online che promettono immediati ed elevatissimi guadagni; non fidarsi delle pubblicità di investimenti che utilizzano loghi di istituzioni o aziende o immagini di personaggi noti; verificare sempre che chi propone un investimento sia autorizzato a farlo e che la società o l’intermediario finanziario siano registrati presso la piattaforma www.consob.it; prediligere società operanti nell’Unione Europea; infine assicurarsi che la società o la piattaforma nella quale si sceglie di investire sia regolare, ovvero sia costituita da partita Iva e da una sede legale esistente.