Il futuro è green e passa da Stoccolma. La capitale svedese brucia le tappe della tanto invocata o paventata scomparsa della carta stampata, e diventa un laboratorio per realizzare quello che fino a pochi anni fa sembrava un’utopia: il superamento delle edicole, cosi come le abbiamo fruite finora, con un notevole risparmio energetico ed economico. L’esperimento si chiama “Meganews”, e consiste sostanzialmente nella trasformazione del vecchio chiosco dei giornali in un’edicola elettronica, che stampa i giornali “on demand”.
La crisi che attanaglia l’industria della stampa e vessa gli editori potrebbe essere arrivata ad una svolta positiva. Il gioco è semplice. Stop agli sprechi di carta e ai trasporti inquinanti grazie ad un softaware realizzato dall’azienda Sweco, e a un sistema di stampa che utilizza una tecnologia marcata Ricoh, la multinazionale giapponese di stampanti, consumer e professionali. Il test del progetto è già partito: il lettore e possibile acquirente può servirsi autonomamente al chiosco Meganews, collegato ad un server, e scegliere tra una gamma di 200 giornali e riviste, attraverso un touch screen. Il pagamento può essere effettuato con carta di credito mediante un terminale. Bastano due minuti e la copia prescelta è pronta.
In questo modo si potranno abbattere i costi di distribuzione, evitare le rese delle copie invendute, cambiando completamente il modo in cui “viaggiano” i prodotti. Questi dispositivi offrono un altro vantaggio: occupano meno spazio delle edicole convenzionali, e possono essere quindi facilmente collocati in luoghi pubblici come ospedali, aeroporti, alberghi, supermercati, alla stregua di macchinette del caffè.
Pier Luca Santoro, in un suo recente libro dal titolo “L’edicola del futuro, il futuro delle edicole. Ovvero che fine farà la carta stampata”, aveva già lanciato l’idea. Ma per Santoro, esperto di marketing e comunicazione, e collaboratore dell’ European Journalism Observatory, un soluzione come quella di Meganews non può essere pensata come alternativa all’edicola tradizionale, ma potrebbe essere un canale parallelo di vendita. In primo luogo sarebbe troppo lungo il tempo d’attesa di stampa. Secondo Santoro pochissimi acquirenti sarebbero disposti a sottrarre minuti preziosi alle loro frenetiche giornate per comprare un giornale. Senza contare l’aspetto umano e il ruolo di socializzazione che ancora rivestono le vecchie edicole, soprattutto nelle province e nei piccoli centri, ultimi baluardi sopravvissuti nell’era dei non-luoghi e degli spazi spersonalizzati.
Ma le potenzialità del nuovo mezzo di diffusione dei giornali devono ancora essere esplorate. Santoro chiude con una proposta: utilizzare le edicole elettroniche per vendere riviste e quotidiani stranieri, o prodotti di difficile reperibilità, che di solito possono essere acquistati prevalentemente online, su ordinazione. Ecco una possibile soluzione per garantire il successo di un sistema che di fatto potrebbe presto rivoluzionare il mondo dell’editoria.
Annalisa Cangemi