ROMA – All’indomani della manifestazione bipartisan di Roma in Campidoglio la politica italiana continua a discutere della morte del dissidente russo Aleksej Navalny. Divide la posizione del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture (nonché vicepremier) Matteo Salvini, che pur spiegando di “capire la posizione della moglie di Navalny”, ha dichiarato: “Saranno medici e giudici a fare chiarezza sulla vicenda”.
Dura la replica di Bruxelles. Peter Stano, del servizio dei portavoce della Commissione europea, ha precisato: “La posizione dell’Ue sui dossier di politica estera, incluso quello relativo alla morte o all’assassinio di Navalny, è stata oggetto di una dichiarazione a 27. E vuol dire che è stata concordata anche dall’Italia. Non servono indagini penali per definire che cosa ha esattamente causato il suo decesso”.
Le reazioni della politica
Carlo Calenda, leader di Azione e promotore della manifestazione in onore di Navalny, ha fatto sapere: “Siamo pronti a una mozione di sfiducia a Salvini. Se la Lega non smentisce l’accordo con il partito di Putin”. Nettamente diversa dalla posizione di Salvini, è la visione del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani – che lunedì 19 febbraio ha incontrato a Bruxelles la vedova di Navalny, Yulia Navalnaya –: “La Russia non tollera nessun vero elemento di democrazia, Navalny di fatto è stato ucciso dal sistema. E quel sistema è pericoloso per l’Europa”.
La manifestazione a Roma
Lunedì 19 febbraio la politica si è mostrata unita in piazza del Campidoglio per onorare il politico morto in carcere in Siberia a 47 anni. Alla manifestazione bipartisan hanno partecipato tutti i partiti ma non tutti i leader e per permettere ai deputati di esserci sono stati sospesi i lavori alla Camera dove era in corso il voto sul Milleproroghe. Non sono mancate le contestazioni quando è arrivato in piazza il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo: alcuni manifestanti hanno chiesto conto delle presunte posizioni filorusse del Carroccio.