PALERMO – Il gip di Palermo ha convalidato questa mattina, 16 febbraio, il fermo nei confronti della ragazza 17enne unica sopravvissuta alla strage nel palermitano. Ora si trova in carcere con l’accusa di concorso in omicidio plurimo aggravato e soppressione di cadavere. Secondo gli inquirenti la figlia “ha partecipato alle torture dei riti di purificazione”, nonché alla strage. È stata coinvolta nei rituali di “liberazione dai demoni” che si sono trasformati in una mattanza. Il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio, durante la conferenza stampa convocata per illustrare i dettagli del triplice omicidio, ha detto di aver trasmesso gli atti alla procura per i minorenni che ne ha competenza.
“Le torture fisiche sono iniziate l’ultima settimana da quando i ragazzini non sono più andati a scuola”, ha spiegato il procuratore -. La madre è stata uccisa prima, forse, perché si sarebbe opposta alle torture ai propri figli”. Un caso difficile come testimoniano le parole di Cartosio che ha definito “uno strazio vedere i corpi in quelle condizioni”.
Per Cartosio “Il padre è un soggetto che da anni vive un delirio mistico dominato da una fanatica religiosità che pesa molto sui figli”. Forse, spiega il procuratore, dietro questa vicenda ci potrebbero essere “altri soggetti e scenari”.Gli inquirenti sono al lavoro per capirlo.
“È una vicenda che ha particolarmente colpito dal punto di vista umano ed emotivo anche noi carabinieri – ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Palermo -. “Abbiamo messo sul terreno le migliori risorse per una perfetta ricostruzione della vicenda”.