ROMA – Si ridimensionano le prospettive di crescita dell’Eurozona per il 2024. La stagnazione dell’ultimo trimestre del 2023 si è trasferita in un debole slancio a inizio anno e ha portato la Commissione europea a rivedere al ribasso le stime sul Pil sia per il 2024 che per il 2025: nella Ue si prevede una crescita dello 0,9% e nell’Eurozona dello 0,8%. L’economia del vecchio continente frena, ma l’Italia ancora di più. Stando a quanto spiega Bruxelles, il nostro Paese crescerà dello 0,7% nel 2024 (rispetto allo 0,9% previsto dalle stime Ue dell’autunno), mentre per il prossimo anno è confermato un +1,2%. La Ue si allinea dunque alle recenti previsioni del Fondo Monetario Internazionale, che prevede uno +0,7% quest’anno e un +1,1% per il prossimo, e dell’Ocse, che stima un +0,7% nel 2024 e +1,2% nel 2025.
Si teme una manovra correttiva
Roma, quindi, sarà probabilmente costretta a rifare i conti. Gli obiettivi della Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza appaiono ormai superati e un Pil più basso non fa che complicare i calcoli. Si pone il problema non solo del percorso di rientro del debito, che a dicembre torna a rialzare la testa, ma soprattutto per il deficit, da cui dipende un’eventuale correzione dei conti. Per il Ministero dell’economia e delle finanze, tuttavia, la situazione è sotto controllo e non si ritiene necessaria una manovra aggiuntiva. La conferma anche del commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni che ha escluso l’eventualità che l’esecutivo chieda al governo Meloni una manovra correttiva, “tanto meno di fronte a cambiamenti dello zero virgola di questa o quella previsione” ha detto. Tuttavia, le opposizioni, preoccupate dai dati della Ue, avvertono la maggioranza. Le stime di Bruxelles “lasciano intravedere per il 2024 un buco di circa 10 miliardi”, dichiarano da Italia Viva Luigi Marattin ed Enrico Borghi.
L’inflazione
Per l’inflazione, invece, la Ue prevede una riduzione più veloce del previsto, specie in Italia, dove è stimata al 2% nel 2024 e al 2,3% nel 2025 come effetto di un atteso aumento dei salari, spinto dal settore pubblico. “Sta scendendo più rapidamente di quanto avessimo previsto, in modo particolare in Italia”, ha detto Gentiloni segnalando che è “tra i valori più bassi”.