TEL AVIV – Una liberazione attesa ma non priva di polemiche. La notte dell’11 febbraio due ostaggi israeliani sono stati liberati a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Si tratta di Fernando Simon Marmane Louis Har rapiti da Hamas dal Kibbutz Nir Yitzhak nell’agguato del 7 ottobre scorso. Ad annunciare il rilascio, via Telegram, le Forze di difesa israeliane. “Durante un’operazione congiunta dell’Idf e dell’Isa – il servizio di sicurezza israeliano Shin Bet – e della polizia israeliana a Rafah”, si legge in un comunicato. Per il ministero della Sanità di Gaza, il raid notturno di Israele ha provocato “circa 100 morti” causati da una serie di bombardamenti aerei che hanno colpito 14 case e tre moschee.
Una liberazione accolta con soddisfazione dal presidente israeliano Benjamin Netanyahu che ha sottolineato come “solo una costante pressione militare, fino alla vittoria totale, ci porterà al rilascio di tutti i nostri ostaggi”. Una posizione oltranzista, che secondo quanto evidenziato dal quotidiano Washington Post starebbe portando a una rottura tra Gerusalemme e Washington. In una telefonata il presidente Usa ha chiesto di garantire la sicurezza della popolazione di Rafah, sollecitando il premier israeliano a colmare il divario nelle trattative e raggiungere un accordo per un cessate il fuoco. Ma il premier israeliano avrebbe risposto che il controllo sulla Striscia è necessario per la sicurezza israeliana e che la distruzione di Hamas e il rilascio degli ostaggi non si escludono a vicenda.
Intanto il tribunale olandese, accogliendo le richieste delle organizzazioni per i diritti umani, ha stabilito che i Paesi Bassi debbano interrompere la fornitura di parti per i caccia F-35 utilizzati da Israele nella Striscia di Gaza.
In questo clima di tensione il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha affermato che solo 15 dei 36 ospedali di Gaza sono “ancora parzialmente o minimamente funzionanti” e che gli operatori umanitari stanno facendo del loro meglio in circostanze impossibili. Condizioni che contribuiscono alla crescita delle vittime palestinesi, che per le fonti di Hamas sono arrivate a 28.430.