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Domani chiusura di 30 tribunali, i sindaci protestano. Il ministro Cancellieri: “Non si torna indietro”

di Lorenzo Caroselli12 Settembre 2013
12 Settembre 2013

TribDomani scatterà il taglio dei tribunali imposto dal decreto nuovo decreto Cancellieri voluto alla fine dello scorso anno. Da domani verranno meno circa il 47% degli uffici giudiziari dell’intero territorio nazionale”, e ci sarà la soppressione di 30 tribunali e delle loro relative procure, di 220 sezioni distaccate e di 667 uffici del giudice di pace. Il guardasigilli Anna Maria Cancellieri non arretra e ribadisce che al momento è impossibile fermare la chiusura dei tribunali. “Avverto il dovere istituzionale di rappresentarvi l’oggettiva impossibilità di fermare, oggi, la riforma” spiega il ministro della giustizia intervenuto nell’aula del Senato parlando della riforma della geografia giudiziaria. “La macchina amministrativa è ormai da tempo avviata – ha detto il guardasigilli – la quasi totalità dei traslochi è già stata eseguita; si sono adeguati i sistemi informatici, trasferiti buona parte dei lavoratori interessati, affrontando le spese necessarie. Sono state varate le nuove piante organiche ed il Consiglio Superiore non ha più coperto i vuoti di organico presso gli uffici soppressi”. “E’ doveroso che si sappia – ha sottolineato il ministro Cancellieri parlando degli uffici da sopprimere – che tali uffici sono ormai privi di molti magistrati trasferiti ad altra sede, che le nuove udienze sono già pronte per la trattazione nelle sedi accorpanti e che un rinvio, anche di breve durata, produrrebbe con assoluta certezza il caos. Tutto questo, a danno dei cittadini, nell’interesse dei quali la riforma è stata varata”.

L’allarme del Csm.
“Il rischio concreto è quello di una “perdita secca”, a decorrere deal 13 settembre, di tanti magistrati onorari non intenzionati ad abbandonare la professione forense, con le evidenti gravi ricadute sul buon andamento e l’efficienza dell’amministrazione della giustizia, che non può prescindere dal fondamentale apporto della magistratura onoraria” ha scritto il presidente dell’Ottava Commissione del Csm, Paolo Auriemma, al ministro della Giustizia, chiedendole di intervenire per far fronte al problema. Ed è lo stesso consigliere ad aver fatto i calcoli sulle possibili dimensioni del fenomeno. Le toghe onorarie interessate dagli accorpamenti sono 730 sui circa 3700 in servizio: di questi 364 sono giudici di tribunale e 366 vice procuratori . Lo stesso problema riguarda anche i giudici di pace, visto che anche per loro da venerdì scatterà l’incompatibilità tra le funzioni giudiziarie e quelle forensi nel nuovo circondario dell’ufficio a cui sono addetti.

Le reazioni dei Comuni.
La revisione della geografia giudiziaria – conseguenza della «spending review» varata dal precedente governo Monti – comperterà in tutta Italia il trasferimento di migliaia di processi da una sede a un’altra. Una riorganizzazione degli uffici giudiziari che sta scatenando non pochi timori e perplessità, soprattutto per il lavoro che andrà a gravare sule sedi principali dei tribunali, già alle prese con migliaia di processi arretrati. Ieri Sono i 15 Sindaci del Vallo di Diano sono partiti in autobus diretti a Roma per incontrare Enrico Letta e chiedere di sospendere il provvedimento di soppressione del tribunale di Sala Consilina prevista dalla riforma della geografia giudiziaria. Notizia di oggi è che il Tar del Lazio ha bloccato fino al 3 ottobre il trasferimento del palazzo di giustizia di Sora a Cassino. Solo nel tribunale della città martire del Frusinate sono circa 18 mila i fascicoli pendenti: oltre 10 mila riguardano cause civili, il resto penali. Il provvedimento colpisce l’Italia in lungo e in largo, da Nord a Sud, passando da  Carpi, Sassuolo e Pavullo e arrivando fino a Rossano Calabro. E il rischio «ingorgo» per l’attività giudiziaria, come sottolineano alcuni sindaci, è concreto. Un provvedimento che potrebbe dare il via ad analoghe sospensive lungo lo Stivale. Nel frattempo i sindaci di Foligno, Assisi, Todi e Città di Castello chiedono di riaprire temporaneamente le sedi giudiziarie delle loro città e si dicono disponibili a farsi carico delle spese di funzionamento e di gestione degli immobili stessi per tutto il periodo necessario a completare un’organizzazione idonea a soddisfare le giuste esigenze dei cittadini. Con questo si spera di scongiurare  una situazione di confusione e di precarietà, la frammentazione degli archivi e i depositi di fascicoli in luoghi diversi.

Le reazioni della politica. “Nessun attacco alla riforma che ridefinisce le circoscrizioni giudiziarie, ma una chiara e netta critica alla sua applicazione”. Lo dice il senatore Giuseppe Lumia, capogruppo del Pd in Commissione Giustizia, che oggi è intervenuto al Senato. La delega, infatti, non è stata pienamente applicata, mancano all’appuntamento due criteri di cui il governo doveva tenere conto. “Il servizio della giustizia non sarà avvantaggiato da questa riforma”, dice il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri intervenendo in Aula al termine dell’informativa del ministro della Giustizia sulla riorganizzazione degli uffici giudiziari. Molti sono i territori in ansia, in particolare dove i fenomeni criminali hanno maggiore rilevanza, diverse sono le situazioni di protesta, di disagi che il mondo forense e i cittadini stanno esprimendo. Sarebbe quindi giusto ritornare su questa materia.

Lorenzo Caroselli

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