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Siria: si allontana l’ipotesi di un intervento militare. Russia e Stati Uniti tentano la strada della diplomazia

di Annalisa Cangemi11 Settembre 2013
11 Settembre 2013

imagesCA2FX0Z6Se si tratti di un bluff o no l’America deve ancora verificarlo; ma il fatto che gli Stati Uniti abbiano mostrato i muscoli ha suscitato una reazione di Assad che può essere considerata se non di “resa” quantomeno di “apertura”. O almeno questa è stata l’analisi, o forse l’autocelebrazione, offerta da Barack Obama durante il discorso alla nazione, durato 15 minuti. Il presidente ha parlato agli americani dalla East Room ieri sera alle 21, le 3 del mattino italiane. È ancora troppo presto per dire se il piano russo per il disarmo di Damasco avrà successo, anche se, come ha sottolineato il presidente, gli Stati Uniti hanno «il potenziale per annullare la minaccia delle armi chimiche senza l’uso della forza». Secondo Obama è bastato minacciare un attacco, perché il regime di Assad si mostrasse disponibile a collaborare, grazie anche alla mediazione della Russia. Fino a poco tempo fa, infatti, Damasco negava la presenza di armi chimiche nel proprio arsenale. Oggi si dice invece disposto a «consegnarle all’Onu».
Tutto farebbe pensare a un lieto fine o meglio all’inizio di un felice sposalizio tra la diplomazia americana e quella russa, unite, per la prima volta dopo mesi di rapporti tesi (basti ricordare la cancellazione di una visita di Stato di Obama a causa dell’asilo politico offerto a Snowden da Mosca).
A suggellare l’inedito sodalizio tra i due poli della Guerra Fredda contribuirà domani l’incontro a Ginevra tra il segretario di Stato Usa John Kerry e il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, per stabilire la strategia da adottare in Siria, per mettere sottocontrollo le armi chimiche. Nella città svizzera è atteso anche l’arrivo del ministro degli esteri siriano Walid Muallem.
Intanto è stato stabilito che il voto sull’uso della forza contro Assad verrà rimandato. È quanto ha chiesto al Congresso il presidente degli Stati Uniti, in attesa di verificare i segnali positivi che arrivano dal fronte delle negoziazioni con Assad. La soluzione politica sembra essere la più gettonata anche dai cittadini americani. «Il Paese è stanco delle guerre – ha spiegato Obama – e l’intervento in Siria non sarà a tempo indeterminato, ma limitato a evitare l’uso di armi chimiche». Giusta l’intuizione del presidente, e un sondaggio della Cnn gli dà ragione: il 47% degli americani ha reputato convincenti le motivazioni esposte da Obama e per il 65% è probabile che l’azione diplomatica in corso possa evitare un intervento militare ed auspica una “soluzione politica” per la crisi siriana.
Anche per il presidente del Consiglio Letta quella politica è l’unica via praticabile. Il premier ha ribadito alla Camera l’appoggio agli Usa, ricordando però la posizione italiana, allineata a quella degli altri Paesi europei: condanna dell’uso delle armi chimiche, centralità del ruolo dell’Onu e “no” fermo a un intervento militare in Siria, senza l’avallo delle Nazioni Unite.

Annalisa Cangemi   

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