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HomeCronaca Il ricercatore Andrea Liscio a Lumsanews

"Stiamo testando tessuti
per le tute degli astronauti
che schermano da radiazioni"

Il ricercatore Andrea Liscio racconta

“L'interesse per lo Spazio è cresciuto"

di Sofiya Ruda12 Febbraio 2024
12 Febbraio 2024
Andrea Liscio CNR-IMM

Andrea Liscio, ricercatore del Cnr-Imm | Foto libera da diritti

Andrea Liscio è un ricercatore dell’Istituto per la microelettronica e microsistemi, Cnr-Imm. Ha collaborato con Dallara e Axiom alla sperimentazione di nuovi materiali nanotecnologici progettati per schermare gli astronauti dalle intense radiazioni spaziali nella missione Axiom 3. Con Lumsanews ha analizzato l’aumento della ricerca in ambito spaziale negli ultimi anni.

Perché c’è un interesse così grande per lo Spazio?

“Negli ultimi dieci anni c’è stata un’accelerazione. Adesso l’idea non è più quella di andare sulla Luna per tre giorni, ma di starci per settimane, mesi, se non di più. Vivere su un’astronave, sullo Spazio o sulla Luna, è un po’ come stare in un sottomarino. È un ecosistema che deve essere sostenibile. Quindi l’interesse è sia tecnologico che scientifico”.

Lei ha lavorato alla sperimentazione di nuovi materiali per le tute degli astronauti.

“Stiamo sviluppando dei materiali per tessuti che possono essere utilizzati dagli astronauti all’interno della stazione orbitale e delle astronavi. Stiamo testando tre tessuti diversi con diverse strutture. Materiali che possono schermare i raggi gamma e i neutroni”. 

Come si è modificata la ricerca negli ultimi anni?

“In Italia un forte impulso è arrivato dall’Agenzia Spaziale Italiana con Roberto Battiston. Una volta l’Asi faceva solo software e radar per satelliti, poi ha cominciato a investire anche nella progettazione di materiali da portare nello Spazio per migliorare le performance. La guerra in Ucraina ha mostrato l’importanza del settore strategico dello Spazio, con il conseguente controllo dei cieli”.

Di che Spazio stiamo parlando?

“Fino alla bassa orbita, quindi dai 100 chilometri alla zona “Leo” (Low earth orbit), quindi fino alla stazione orbitale. Qui non ci sono solo le agenzie pubbliche, ma sempre più privati stanno investendo. La NASA ha subappaltato a SpaceX di Elon Musk i trasferimenti di materiale e persone sulla stazione orbitale, per esempio”.

Come funziona la Space Economy?

“È un settore estremamente dinamico. Con l’esperienza diretta che ho con Virgin Galactic e con Axiom Space posso dire che c’è una grande differenza tra come si muove l’economia e il modo di pensare statunitense ed europeo. Negli Stati Uniti parliamo di ditte americane, mentre in Europa siamo ancora legati alle agenzie nazionali o europee. Il mercato è più regolamentato ed è meno aggressivo”.

La missione Axiom 3 è simbolo di collaborazione tra pubblico e privato?

“Le missioni Axiom sono prettamente private. Axiom si occupa del vettore mentre la navetta Crew Dragon è di SpaceX. L’obiettivo finale è quello di fare una stazione orbitale completamente privata. Ossia, inviare di volta in volta verso la ISS dei moduli privati che si attaccheranno alla stazione. Quest’ultima, tra massimo dieci anni verrà staccata e brucerà di ritorno nell’atmosfera. I moduli privati, invece, rimarranno su e poi verranno assemblati, creando una stazione orbitale completamente privata”.

Perché è così importante controllare in questo momento storico lo Spazio?

“Fino a oggi il controllo aereo era fino a circa 20 km di altezza. Se qualcuno può andare più in alto in maniera sistematica, è ovvio che c’è necessità da parte dei Paesi di controllare quello che accade e di regolamentare la nuova situazione a livello mondiale”.

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