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HomeCronaca “Le Cer, soluzione trasversale per un mercato energetico democratico e partecipato”

“Le Cer, idea trasversale
per un mercato energetico
democratico e partecipato”

Gli strumenti delle comunità energetiche

spiegati dal ricercatore Matteo Caldera

di Alberto Alessi06 Febbraio 2024
06 Febbraio 2024

Il ricercatore della divisione Smart Energy di Enea, Matteo Caldera / Foto Matteo Caldera

Dietro il fenomeno delle Comunità Energetiche Rinnovabili c’è anche la ricerca sull’uso consapevole dell’energia. Matteo Caldera è ricercatore della divisione Smart Energy di Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, che si occupa di implementare nuove soluzioni tecniche per il sistema produttivo, per le istituzioni e per i cittadini.

Dottor Caldera, da dove nasce l’interesse di Enea per le Cer?

“Da almeno dieci anni partecipiamo a diversi progetti europei e nazionali. Grazie alla nostra ricerca abbiamo sviluppato diverse soluzioni tecnologiche che poi abbiamo adattato per le comunità energetiche. La finalità delle Cer è quella di democratizzare l’energia, ovvero rendere il cittadino maggiormente consapevole della risorsa e sul suo mercato”.

Ha parlato di soluzioni tecnologiche sviluppate da Enea e adattate per le comunità energetiche. A cosa si riferisce?

“Per esempio al simulatore RECON, disponibile da maggio 2021, che permette un’analisi energetica, economica e finanziaria delle Cer. Abbiamo realizzato anche una serie di prodotti dedicati al coinvolgimento del cittadino: lo strumento online Smart Sim, che permette di rendere consapevole il privato sui propri consumi; ma anche una piattaforma di monitoraggio residenziale, Dhomus. Stiamo sviluppando anche altri prodotti dedicati alle Cer che rientrano nella più ampia piattaforma di Smart Energy Community.”

Quali sono i soggetti, sia pubblici che privati, che hanno mostrato maggiore interessamento per le Cer? 

“Molteplici. Gli enti pubblici, dal momento che le Cer hanno il fine di portare benefici ambientali ma soprattutto economici e sociali: attivare nuovi servizi per i cittadini, lottare contro la povertà energetica. Poi ci sono le aziende, interessate alle Cer soprattutto dopo la crisi energetica del 2022 che le ha portate a virare a favore dell’autoconsumo, ottenendo anche benefici economici sotto forma di incentivi, eventualmente da ridistribuire tra i lavoratori. Da ultimo, i cittadini. Ma la cittadinanza va ancora adeguatamente informata delle potenzialità delle Cer”.

Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha ipotizzato 20 mila Cer sul suolo italiano per il 2050. Le sembra una stima plausibile?

“Parliamo di un orizzonte molto lungo, anche tenendo conto che il decreto del ministero ha previsto incentivi che termineranno a fine 2027. La diffusione delle Cer chiede regole chiare e stabili nel tempo. I fattori alla base del loro successo sul lungo termine sono tanti, tra cui anche i meccanismi di promozione dell’autoconsumo e delle fonti rinnovabili previsti nel futuro”.

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