Ancora divisioni negli Stati Uniti sul sostegno economico e militare a Kiev. Lo speaker della Camera Usa, Mike Johnson, ha respinto l’accordo raggiunto al Senato sulla sicurezza delle frontiere e sugli aiuti all’Ucraina. “Qualora arrivasse alla Camera sarà già morto”, ha dichiarato lo speaker. “Questo accordo – ha poi scritto su X – è forse anche peggio di quanto ci aspettassimo e non andrà neanche vicino alla fine della catastrofe al confine creata dal presidente”.
Dichiarazioni che smontano l’intesa bipartisan raggiunta tra i senatori statunitensi su un pacchetto che comprende aiuti all’Ucraina, Israele e Taiwan e i fondi per la crisi migranti al confine meridionale degli Stati Uniti. Un’intesa che nel dettaglio prevede aiuti da 118 miliardi di dollari, di cui 60 miliardi per il sostegno all’Ucraina, 14,1 miliardi per l’assistenza alla sicurezza di Israele, oltre a 20,2 miliardi di dollari per la sicurezza delle frontiere degli Stati Uniti e svariate modifiche alle politiche sull’immigrazione. Quindi regole più rigide sulle richieste d’asilo, condizione che i repubblicani avevano posto per dare il via libera agli altri aiuti.
A questo proposito il presidente americano Joe Biden ha dato il suo forte appoggio all’accordo raggiunto al Senato affermando: “È il frutto di oltre due mesi di negoziati e del lavoro dell’amministrazione, notte e giorno, feste e weekend”. Sottolineando, inoltre, che la legge “renderà gli Stati Uniti più sicuri, i confini più sicuri e le persone più tutelate e trattate in modo più umano e allo stesso tempo preserverà l’immigrazione legale secondo i valori del nostro Paese”. Parole che seguono la vittoria di domenica 4 gennaio alle primarie in South Carolina, con il 96% dei consensi. Un nuovo e importante segnale di contrasto alla campagna del repubblicano Donald Trump.