ROMA – Non si placa lo scontro tra Stellantis e il governo italiano. Per l’amministratore delegato della holding Carlos Tavares lo Stato starebbe cercando di “evitare di assumersi la responsabilità per il fatto che se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici si mettono a rischio gli impianti in Italia”. Intervistato da Bloomberg, Tavares ha indicato gli stabilimenti di Mirafiori (dove si produce la 500 elettrica) e Pomigliano come quelli più a rischio a causa delle politiche del governo Meloni sui sussidi.
Risponde all’affondo il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, intervenendo venerdì a un evento della Camera di commercio di Trento: “Dobbiamo intenderci: se a dicembre la Volkswagen ha superato nelle vendita in Italia Stellantis, il problema non è del governo ma dell’azienda”. D’altra parte Urso aveva già risposto alla provocazione di Tavares, mostrando segnali di apertura: “Se ritengono che l’Italia debba fare come la Francia ce lo chiedano. Se vogliono una partecipazione attiva ne possiamo sempre discutere”.
L’attacco di Meloni
Il botta e risposta segue le polemiche suscitate dalle parole della premier Giorgia Meloni al programma tv Quarta Repubblica, il 22 gennaio. In quell’occasione, la presidente del Consiglio aveva risposto al quotidiano La Repubblica (proprietà della famiglia Agnelli-Elkann che controlla il 15% delle quote di Stellantis), che accusava il governo di “svendere l’Italia” promuovendo la privatizzazione di aziende statali. Per Meloni la critica arrivava “dal giornale di proprietà di quelli che hanno preso la Fiat e l’hanno ceduta ai francesi, hanno trasferito all’estero sede legale e sede fiscale, hanno messo in vendita i siti delle nostre storiche aziende italiane”.
Le opposizioni: “Il governo raccolga la provocazione”
I leader dei partiti di opposizione cavalcano le polemiche. La segretaria del Partito democratico Elly Schlein chiede al governo di raccogliere la sfida lanciata da Tavares, invitando a prendere “sul serio l’ipotesi di una partecipazione italiana a Stellantis che bilanci quella francese”. Dello stesso parere anche il capo del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte: “Il governo faccia sì che quelle del ministro Urso non siano solo chiacchiere”.
Contrattacca invece Carlo Calenda, leader di Azione, che non risparmia nessuno: “Tavares non ha lanciato una sfida, ma una minaccia. Sulla pelle di 40 mila lavoratori”. Per Calenda i dem dovrebbero smettere “di fare la sponda ad azionisti spregiudicati perché possiedono giornali schierati con il Pd”.
No @ellyesse Tavares non ha lanciato una sfida, ha lanciato una minaccia e un ricatto incentivi vs posti di lavoro. Sulla pelle di 40.000 lavoratori. Ed è davvero ora che il @pdnetwork si faccia sentire su questa battaglia e la smetta di fare la sponda ad azionisti spregiudicati… https://t.co/pllvEG0Dy0
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) February 2, 2024