ROMA – La lotta agli evasori arriva sui social. O almeno è quello che vorrebbe Maurizio Leo, viceministro all’Economia, che nel corso dell’audizione di ieri, 31 gennaio, alla Camera ha proposto di utilizzare per le indagini di evasione fiscale anche le informazioni relative ai soggetti coinvolti recuperabili tramite social network. Perché, ha continuato, il fenomeno è paragonabile a “un macigno tipo il terrorismo” e va affrontato con la collaborazione di tutti.
Le polemiche
Le parole del viceministro non hanno mancato di suscitare polemiche, con Armando Siri – ex senatore e direttore della scuola di formazione politica della Lega – che ha parlato di “un’indiscriminata caccia alle streghe” fuori dai “confini del programma di governo”, il cui obiettivo resta invece “una Flat Tax al 15% per tutti”. A rispondere è stato lo stesso Leo che, intervenendo all’evento del Sole 24 ore “Telefisco 24”, ha assicurato di voler “tendere una mano ai contribuenti”. Insomma, “nessuna caccia alle streghe” ma solo un’acquisizione di dati “che potranno formare oggetto di dialogo” con chi deciderà di non allinearsi al concordato preventivo biennale, ossia il nuovo regime per le partite Iva.
L’ipotesi data scraping
L’ipotesi di Leo è quella di effettuare un data scraping, vale a dire un’analisi dei contenuti pubblicati sui profili social del cittadino per acquisire dettagli sul suo tenore di vita, spesso in contrasto con quanto dichiarato ufficialmente. Su questo si sta già lavorando “con le Agenzie delle Entrate e Sogei”, ha spiegato Leo, mentre colloqui nel merito sono stati avviati con il Garante della Privacy che ha già mostrato “assoluta disponibilità”. Secondo il quotidiano La Repubblica, però, l’intenzione dell’Autorità sarebbe quella di respingere l’idea poiché non in linea con il parere dato al decreto legislativo sul fisco. Nel testo si raccomanda al governo che le Agenzie delle Entrate non utilizzino le informazioni “pubblicamente disponibili”, categoria in cui rientra il materiale postato sui social.
L’Agenzia delle Entrate: “Oltre 1200 miliardi di crediti fiscali in magazzino”
Certo è che il fenomeno dell’evasione rappresenta oggi un problema serio per il fisco italiano. A darne un’idea è il direttore delle Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, secondo cui per il magazzino della riscossione gli ultimi dati “ammontano complessivamente a 1200 miliardi”. Di questi, la maggior parte “non è recuperabile” anche a causa di “limitazioni” dovute agli “interventi del legislatore”.