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"Non possiamo parlare
di guerra di religione
ma di strumentalizzazione"

Padre Giulio Albanese spiega a Lumsanews

che la situazione in Nigeria è complessa

di Rosario Federico01 Febbraio 2024
01 Febbraio 2024

Una chiesa distrutta nel villaggio di Maiyanga dopo il massacro della notte di Natale | Foto di Masara Kim/TruthNigeria.com

Padre Giulio Albanese, che appartiene alla Congregazione dei Missionari Comboniani ed è direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali per il Vicariato, analizza con LumsaNews il fenomeno delle persecuzioni di cristiani in Nigeria e il ruolo dei missionari religiosi.       

Perché i cristiani subiscono soprusi e violenza? 

“Le comunità cristiane sono perseguitate perché vengono identificate con l’Occidente ed è il modo migliore per fare notizia”. 

Quale è il ruolo dei missionari religiosi in Africa?

“Molti missionari religiosi e cristiani sono caduti sul campo perché espressione qualificata della società civile. Quando difendi i valori della pace e del bene comune diventi un soggetto destabilizzante in una società globalizzata come la nostra. La morte è causata dalla difesa di verità di fede come è successo al cristianesimo nei primi secoli”. 

Si può parlare di guerra di religione in Nigeria? 

“In Nigeria lo scenario è molto complesso perché Boko Haram non ce l’ha solo con i cristiani, ma con chiunque si opponga al loro delirio di onnipotenza, vogliono imporre la Sharia e quindi rigettano anche l’Islam moderato. Non possiamo parlare di una guerra di religione ma di una strumentalizzazione della religione per fini eversivi”.

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