WASHINGTON – È stata una “brutta giornata” quella del 28 gennaio in Medio Oriente. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden commenta l’attacco con droni alla base americana in Giordania e promette: “Risponderemo”. L’America “ha il cuore pesante”, continua Biden: tre soldati sono morti e almeno 34 sono rimasti feriti. I militari uccisi sono i primi caduti americani dal sette ottobre. “Patrioti”, per il presidente.
L’attentato è stato rivendicato dal gruppo Resistenza islamica in Iraq, una coalizione di milizie sciite filo-iraniane. Ma l’Iran smentisce di essere coinvolto: “Le accuse contro di noi hanno l’obiettivo politico di ribaltare la realtà della regione”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Nasser Kanaani.
Il campo
Almeno 23 civili sono stati uccisi e altri feriti in un raid israeliano a ovest del campo di Nuseirat. Nella notte Israele ha lanciato attacchi anche contro il quartiere di Al-Zaytoun, a sud di Gaza City, e sull’area di Tal Al-Hawa, a ovest della città, provocando molteplici vittime. Altri due palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania.
Mentre a Parigi la diplomazia è al lavoro per trovare un accordo tra le parti, un alto funzionario di Hamas ha dichiarato che “il successo dell’incontro in Francia dipende dal fatto che Israele accetti di porre fine all’aggressione alla Striscia di Gaza”.
I coloni israeliani puntano alla Striscia
Ipotesi esclusa dai radicali israeliani, che addirittura già immaginano come apparirà la Striscia quando se ne saranno appropriati. Migliaia di nazionalisti religiosi si sono radunati domenica a Gerusalemme per partecipare a una conferenza per la colonizzazione ebraica di Gaza. Una manifestazione a cui hanno partecipato anche 12 ministri e 15 deputati. Nell’aula dell’incontro una mappa geografica mostra gli insediamenti ebraici rimossi da Gaza nel 2005 da Ariel Sharon e quelli che i nazionalisti vorrebbero edificare ora. “Laddove l’aratro ebraico scava il suo solco, là passa il nostro confine”, ha detto uno dei partecipanti.
La conferenza è stata duramente criticata dal ministro del gabinetto di guerra ed ex capo di stato maggiore Gadi Eisenkot: “Mentre cerchiamo di trovare quanto ci unisce, c’è chi trova il tempo per un evento che spacca la società israeliana ed accresce il senso di sfiducia verso il governo”.
Pelosi: “Legami tra palestinesi e Putin”
L’ex speaker della Camera americana Nancy Pelosi, intanto, ha chiesto che l’Fbi indaghi sui filo palestinesi che hanno manifestato negli Stati Uniti. L’accusa è che abbiano legami con il presidente russo Vladimir Putin: “Penso che alcuni di loro siano spontanei, naturali e sinceri. Altri, penso, sono collegati alla Russia”, ha dichiarato alla Cnn. Secondo Pelosi “chiedere un cessate il fuoco è il messaggio di Putin”.