Sessanta domande a risposta multipla per giocarsi il proprio futuro. È questa la prova che spetta ai circa 85.000 ragazzi che si stanno cimentando nei test per l’ammissione alla facoltà di Medicina. Solo uno studente su otto ce la farà. Infatti i posti disponibili sono poco meno di 11.000. Un trend in crescita, visto che lo scorso anno i partecipanti sono stati 68.426 per 10.714 posti. Abolito il bonus maturità, che assegnava un punteggio nella graduatoria in base al voto conseguito nelle scuole superiori, i futuri camici bianchi non dovranno confondersi, basta una banale distrazione su una domanda di logica per essere condannati a riporre i loro sogni nel cassetto. Tutto in cento minuti: i ragazzi dovranno rispondere a 5 quesiti di cultura generale, 25 di ragionamento logico, 14 di biologia, 8 di chimica e 8 di fisica e matematica. All’università “La Sapienza” di Roma sono circa 7.000 gli iscritti per 798 posti disponibili, mentre a Napoli, visto l’imponente afflusso di studenti, il traffico ha paralizzato il quartiere Fuorigrotta. Si calcolano circa 8.ooo candidati.
Ricorsi per il “bonus maturità”. I più “secchioni” le tentano proprio tutte: alcuni diplomati con buon voto, intendono far ricorso per far valere le fatiche di cinque anni di scuole superiori. Infatti il provvedimento del governo è già operativo.
Oggi si svolgeranno anche i test per le facoltà di architettura. In questo caso, la passione per la progettazione di edifici scema clamorosamente confermando il trend negativo in atto: dai 23.705 iscritti del 2011 ai 19.580 di questa sessione.
Il Flash Mob. La logica del numero chiuso non va giù a molti studenti che hanno organizzato davanti alla Sapienza un Flah Mob di protesta contro la selezione ai test. “Il numero chiuso lede il diritto allo studio e quello alla salute”. Queste le parole di Diana Armento, una delle organizzatrici della protesta, che spiega: “Noi siamo contrari ad una forma di selezione come il numero chiuso, che è una selezione all’accesso. In due ore si pretende di stabilire se qualcuno è portato o meno per una facoltà come quella di Medicina. Siamo convinti – prosegue – che la selezione debba essere fatta in itinere, motivo per cui oggi siamo in piazza davanti alle sedi dove faranno i test in tutta Italia e continueremo a ribadire che il numero chiuso è uno strumento iniquo che va eliminato”.
D’ altro avviso è Luigi Frati, rettore della Sapienza a Roma che difende la logica della selezione all’entrata: “Siamo in Europa e in Europa ci sono le quote latte e le quote medico. È inevitabile – sentenzia Frati – avere una selezione rispetto a coloro che aspirano a fare certe professioni”.
Alessio Perigli