KHAN YUNIS – Nel 109esimo giorno del conflitto in Medio Oriente arriva per Israele il bilancio giornaliero più pesante dall’inizio della guerra. Nei combattimenti nel centro della Striscia di Gaza 21 militari israeliani sono rimasti uccisi. Bilanci che incidono sul consenso del primo ministro israeliano Netanyahu. Lunedì 22 gennaio le proteste dei familiari degli ostaggi nei confronti del premier israeliano sono culminate con l’irruzione nella commissione Finanze della Knesset per chiedere interventi per il rilascio dei rapiti in mano ad Hamas.
Khan Yunis nelle mani dell’esercito israeliano
Nelle scorse ore l’esercito israeliano aveva intensificato gli sforzi nella zona di Khan Yunis. L’Idf ha annunciato di aver completato l’accerchiamento totale della città. L’area ― come spiegato dal portavoce militare Daniel Hagari ― è una roccaforte della Brigata Khan Yunis di Hamas. Nel corso delle operazioni, ha aggiunto Hagari, ”abbiamo eliminato decine di terroristi e preso possesso di magazzini di armi”. L’esercito ha poi chiesto ai residenti di sei rioni ad ovest della città di evacuare verso “la zona umanitaria” di Moassi sul mare, “attraverso Al-Bahar Street”.
Nuovi scontri sul campo
Secondo il premier Netanyahu, Israele ha vissuto uno dei giorni più pesanti dall’inizio del conflitto e “non smetterà di combattere fino alla vittoria totale”. Dichiarazioni che seguono al massiccio lancio di razzi dei miliziani di Hamas nel campo profughi di Maghazi, nel centro della Striscia. Nel pomeriggio di lunedì sono stati colpiti due edifici che sono crollati. All’interno dei palazzi presenti 21 soldati israeliani, impegnati nella distruzione di strutture e siti di Hamas.
La rabbia dei familiari degli ostaggi
Continua lo strazio delle famiglie degli ostaggi rapiti da Hamas. Un forte segnale è stato già dato lunedì 22 gennaio con l’irruzione nel palazzo della Knesset ― il parlamento israeliano ― chiedendo interventi urgenti per il rilascio dei rapiti. Il primo ministro ha poi incontrato alcuni rappresentanti delle famiglie, parlando di una “proposta sugli ostaggi”. Israele ha, infatti, inviato a Hamas ― tramite i mediatori dell’Egitto e del Qatar ― una proposta che prevede due mesi di pausa nei combattimenti. L’accordo, strutturato in più fasi, includerebbe il rilascio dei restanti ostaggi a Gaza.
Raccapriccianti i racconti dei rapiti liberati. Alcuni rilasciati hanno raccontato, davanti ad una Commissione della Knesset, che “donne e uomini sono violentati dai terroristi nei tunnel sotto la Striscia”.