ROMA – Un commissario straordinario per l’ex Ilva. Questa la carta giocata dal governo contro il colosso indiano Arcelor Mittal, socio di maggioranza, nel corso della riunione di ieri sera a Palazzo Chigi con i sindacati. Un’ipotesi prevista all’articolo 1 del decreto approvato lo scorso martedì (16 gennaio), dove si legge – riporta Repubblica – che il socio di minoranza pubblico può attivare la procedura. Invitalia – la partecipata del Mef proprietaria dell’impianto al 38% – ha già inviato la lettera, operativa entro 15 giorni, che attiva l’iter.
Ex Ilva, la rivolta dell’indotto dopo la richiesta di commissariamento: “Garanzie sui nostri crediti”. Cortei e blocchi stradali – Il Fatto Quotidiano https://t.co/Y5CHVnWllv pic.twitter.com/jdx6I57qxe
— Il Fatto Quotidiano (@fattoquotidiano) January 19, 2024
Ex Ilva, le proteste dei lavoratori
“Non lasceremo indietro i lavoratori dell’indotto”, ha assicurato la ministra del Lavoro Marina Calderone. Resta da capire come, visti i crediti milionari vantati dalle aziende dell’indotto nei confronti di Acciaierie d’Italia e il rischio di paralisi dell’impianto. “Si tratta di uno strumento invasivo che creerà problemi”, risponde di Rocco Palombella, segretario generale Uilm. Alza il livello della protesta l’associazione Aigi, a cui aderiscono l’80% delle imprese che lavorano con l’ex Ilva, che invoca garanzie sul pagamento dei crediti maturati dalle imprese, 120 milioni di euro, temendo che possano svanire con il ricorso all’amministrazione straordinaria. Blocchi stradali e rallentamenti al traffico sulla statale 106 ionica e sulla statale Appia. Questa le azioni di protesta del corteo “con lavoratori e mezzi” partito dalla portineria C dello stabilimento, diretto verso la città di Taranto.
Caccia al nuovo partner
Una volta avviato il commissariamento, si passerà al secondo step: garantire la liquidità corrente con un prestito ponte, a condizioni di mercato, per 320 milioni di euro. Ma la vera partita da vincere sarà trovare nuovi partner per garantire un futuro ad Acciaierie d’Italia. Diversi i nomi circolati nei giorni scorsi: da Vulcan Green Steel e Metinvest, passando per Acciaierie Venete e Marcegaglia Group, fino ad Arvedi.