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HomePolitica Caso Mes, la premier Meloni riferisce in audizione davanti al giurì d’onore

Caso Mes, la premier Meloni
riferisce in audizione
davanti al giurì d'onore

Giovedì è stato sentito Giuseppe Conte

che accusa: "Dette bugie su bugie"

di Alessandra Bucchi19 Gennaio 2024
19 Gennaio 2024

A sinistra il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. A destra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni mentre sventola il fax in senato accusando Conte di "aver agito con il favore delle tenebre" nella ratifica del Mes. | Foto Ansa.

ROMA –  Dopo l’audizione del leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, ora è il turno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che questa mattina, 19 gennaio, si è presentata per un’audizione davanti al Giurì d’onore. L’incontro dinanzi all’organo giudiziario interno alla Camera è stato chiesto da Conte lo scorso 13 dicembre, in seguito alle accuse mosse dalla premier sul caso Mes. La numero uno di Fratelli d’Italia, infatti, nel corso di un’informativa al Senato aveva accusato Conte di aver dato l’assenso alla riforma del Mes “contro il parere del Parlamento, senza dirlo agli italiani, senza metterci la faccia e con il favore delle tenebre”.

Come prova delle sue accuse Meloni aveva portato un fax inviato da Luigi Di Maio, all’epoca ministro degli Esteri, in cui veniva autorizzato a siglare il Meccanismo Europeo di Stabilità. Un assenso che, secondo la premier, sarebbe stato dato “il giorno dopo le dimissioni del governo Conte, quando era in carica solo per gli affari correnti”. 

La smentita di Conte

Questa ricostruzione è stata subito smentita dal leader pentastellato, che in più occasioni ha ricordato: “Sapete chi ha portato il Mes in Italia? Il governo Berlusconi nell’agosto 2011 e tu Giorgia Meloni eri lì come ministro, mentre io facevo ancora l’avvocato. Tu eri già lì a fare danni. Bugie su bugie”. 

Parlando con i cronisti dopo la sua audizione, durata circa 1 ora e mezza, Giuseppe Conte ha espresso “piena fiducia” al giurì d’onore, ma ha aggiunto: “Voglio giustizia per affermazioni false e menzognere che oggettivamente offendono l’onore e la reputazione non solo mio personale, ma anche del governo rispetto a tutta l’attività di confronto trasparente e puntuale fatta con il Parlamento”.

Sulla questione si è espresso anche il segretario di Azione Carlo Calenda, che su X ricorda come i due leader “alla fine hanno votato esattamente allo stesso modo sulla ratifica del Mes”.

 

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