FORLÌ – I danni dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna nel mese di maggio del 2023, tornano ad essere al centro dell’interesse dell’esecutivo. Le risposte che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva promesso di dare insieme alla presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen e il presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, “sono arrivate”.
In occasione della firma dell’accordo per lo Sviluppo e la coesione tra governo italiano e regione Emilia Romagna, oggi 17 gennaio, Giorgia Meloni si è dimostrata soddisfatta: “Questa revisione del Pnrr ci consente di investire 1,2 miliardi sulla difesa idraulica e il ripristino di viabilità e infrastrutture stradali”, ha detto nel corso del suo intervento. Un traguardo che mette in risalto le responsabilità prese dal punto di vista europeo. “Von der Leyen, che con me e Bonaccini era stata sui territori pochi giorni dopo l’alluvione e si era presa delle responsabilità e degli impegni a dare delle risposte anche dal punto di vista europeo, torna a Forlì”, ha aggiunto.
La premier, tuttavia, ha ricevuto un’accoglienza gelida da parte di un gruppo di studenti del collettivo Osa. “Meloni basta passerelle”, recitano gli striscioni che vengono alzati di fronte alla sede della Regione Emilia Romagna a Bologna. “Via il governo di fascisti, guerra e devastazione ambientale”, si legge sui cartelloni.
Nonostante l’obiettivo raggiunto, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna che ha accolto la presidente del Consiglio a Bologna, si è dimostrato dubbioso in un telefonata con i ministri Raffaele Fitto e Giancarlo Giorgetti. Il rispetto dei tempi è il tema che preoccupa il presidente della regione, che non si sottrae a segnalare la mancanza di personale “amministrativo e tecnico per dare corso alla progettazione”.