La posizione del Pd sulla guerra in Ucraina diventa un caso. Il partito guidato da Elly Schlein decide di astenersi sia sulla risoluzione della maggioranza, che impegna il governo ad andare avanti negli aiuti militari a Kiev, sia su quella del Movimento 5 Stelle, schierato per l’immediata cessazione delle operazioni militari.
Posizioni divise nel Partito Democratico
La nuova linea del Pd prevede, dopo un anno di governo Meloni, che non ci saranno più automatismi nel votare le risoluzioni della maggioranza sull’Ucraina. Critiche arrivano dall’ex ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, di Marianna Madia e di Lia Quartapelle, responsabile esteri all’epoca di Enrico Letta segretario. A Montecitorio, gli stessi votano in difformità con il proprio partito a favore del primo punto del documento di maggioranza, nel quale si chiede di continuare a sostenere le autorità ucraine anche con mezzi militari.
Elly Schlein: “Casi isolati non minano la compattezza”
Le divisioni dopo poche ore si ripetono anche a Palazzo Madama, dove ben sei senatori democratici votano in dissenso con il proprio gruppo, a favore della risoluzione proposta dalle forze di maggioranza. “C’è un problema evidente, dovremo chiarirci”, afferma un componente della segreteria nazionale dem. Una fonte vicina alla segretaria Elly Schlein precisa: “Casi isolati non minano la compattezza finalmente ottenuta nel voto della nostra risoluzione, dopo tante divisioni registrate in passato. Fortunatamente siamo ancora l’unico partito che discute al suo interno”.
Anche il Movimento 5 Stelle contrario agli aiuti
Il Pd non vuole cambiare la sua posizione sulla guerra in Ucraina, essendo stata sempre a favore sull’invio degli aiuti, ma, dopo un anno di governo Meloni, non è più pensabile, secondo la segreteria, votare con la maggioranza su un tema così delicato. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta il gruppo che si oppone con più forza alla fornitura di armamenti a Kiev, rimanendo quindi coerente con la sua posizione in passato contraria.