ROMA – Una posizione netta contro la mancata proroga del Decreto Crescita. Il presidente del Coni Giovanni Malagò è intervenuto l’8 gennaio a “Radio Anch’io Sport” su Rai Radio1, esprimendo la propria posizione su quello che al momento risulta essere uno dei temi caldi del mondo agonistico: “Non condivido la decisione di non prorogare la norma- ha spiegato – parliamo di 50 atleti che nel 90% dei casi sono giocatori di caratura internazionale. Andava corretto negli importi di base ma così si depauperano il patrimonio e la qualità del nostro campionato”.
A fronte dello stop alle agevolazioni fiscali per gli sportivi infatti, il decreto non manca di criticità. L’abolizione del regime agevolato previsto infatti, potrebbe produrre un danno ingente per la Serie A. Di fatto si renderebbero le squadre meno competitive sul mercato internazionale, non consentendo più di offrire salari appetibili per i fuoriclasse. Senza importanti esborsi da parte delle società, l’abolizione del beneficio potrebbe poi imporre alle squadre un maggior costo complessivo, causato dalla necessità di assicurare continuità salariale ai giocatori, ma con diversa aliquota fiscale. Un incremento dei costi che avrebbe la conseguenza di stornare importanti risorse finanziarie da altre voci di spesa, come ad esempio quello dedicato al settore giovanile. Tale meccanismo, inoltre, renderebbe meno competitive le squadre italiane in Europa, con conseguente riduzione dei ricavi, minor indotto e dunque minore visibilità per la serie A.
Per il presidente del Coni questa decisone non avrebbe ripercussioni solo sul mondo del calcio, ma anche su quello del basket nostrano: “Nella pallacanestro – ha spiegato ancora Malagò – i contratti non sono pluriennali come nel calcio e qui c’è una fortissima penalizzazione”. “Non si può fare un provvedimento univoco senza fare un discorso integrato -ha poi concluso- spero che si faccia un discorso a beneficio di tutto il sistema”.