“Una proposta innovativa”. Così Maria Cinque, docente di Didattica e Pedagogia speciale all’Università Lumsa di Roma, commenta la provocazione di Carlo Cottarelli.
Cosa pensa della proposta dell’ex senatore Carlo Cottarelli sul liceo unico?
“E’ un’idea innovativa per l’istruzione superiore in Italia. Cottarelli mette in luce il divario crescente tra i licei, frequentati prevalentemente da studenti di famiglie con redditi più elevati, e altri istituti, specialmente quelli professionali, che stanno perdendo iscritti. Questa disparità rischia di impoverire le competenze richieste dalla società e di creare una percezione di scuole di serie A e di serie B”.
Molto importante e centrale è la questione sociale.
“Certamente. L’obiettivo di questa proposta è proprio quello di promuovere l’ascensore sociale e offrire pari opportunità di istruzione a tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro origine familiare o geografica. Tuttavia, a mio avviso, i divari dovrebbero essere colmati prima”.
In che modo?
“James Heckman, economista e vincitore del Premio Nobel per l’Economia nel 2000, sosteneva la necessità di intervenire precocemente nell’educazione dei bambini, già a partire dal nido e dalla scuola dell’infanzia, per ridurre i divari socio-economici e migliorare i risultati educativi a lungo termine. Questo approccio può effettivamente supportare l’idea di una scuola superiore unica, creando una base più equa per tutti gli studenti fin dall’inizio del loro percorso educativo”.
Quali, allora, i punti di forza di questa proposta?
“Sicuramente la possibilità di avere un accesso equo all’educazione, nonché il rafforzamento dell’inclusività tra studenti. Non si dimentichi, poi, la preparazione a un mondo globalizzato: una scuola unica potrebbe preparare gli studenti ad affrontare le sfide di un mondo sempre più interconnesso. Infine, la possibilità, offerta agli studenti, di avere maggiore libertà di personalizzazione del loro percorso”.
Quali, invece, gli svantaggi che potrebbero emergere?
“La scuola unica potrebbe limitare le opportunità di approfondimento in specifici settori di interesse, causando una sorta di standardizzazione dell’istruzione. Da notare, poi, che un’unica struttura scolastica potrebbe risultare complessa da gestire, anche a livello amministrativo. In ogni caso credo sia necessario, se non fondamentale, sentire il parere degli studenti: la loro voce potrebbe orientare qualsiasi scelta”.