DUBAI – La Conferenza sul clima in corso a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, è stata scossa da un fuori programma che ha alimentato i dubbi di chi era contrario alla decisione di ospitare la Cop28 in un Paese che è il settimo produttore di greggio al mondo. Duro l’attacco nei confronti del sultano Ahmed al Jaber, presidente della Cop28 e alla guida della compagnia petrolifera statale del suo Paese, ha affermato che l’eliminazione dei combustibili fossili non consentirebbe uno sviluppo sostenibile “a meno che non si voglia riportare il mondo all’era delle caverne”. A diffondere l’audio è stato un consorzio di giornalisti investigativi, Climate Reporting.
Le reazioni sono state immediate. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che nei giorni scorsi aveva parlato di “destino dell’umanità in bilico” a causa dell’emergenza climatica, ha espresso indignazione per le parole di al Jaber. “Si tratta di affermazioni gravissime sull’orlo del negazionismo climatico”, ha detto Guterres. Molti partecipanti alla Conferenza hanno chiesto esplicitamente le dimissioni di al Jaber.