ROMA – Conto alla rovescia per la votazione finale che deciderà quale città ospiterà l’Expo 2030. Avverrà martedì 28 novembre a Parigi e c’è grande aspettativa per Roma. In gara ci sono la sudcoreana Busan e la saudita Riad, quest’ultima l’avversario più temibile. A pesare sul voto potrebbe essere il rispetto dei diritti umani, che ha spinto 15 organizzazioni umanitarie a scrivere agli Stati membri del Bureau International des Expositions (Bie) per non votare la capitale mediorientale. Secondo l’ambasciatore Giampiero Massolo, presidente del Comitato promotore dell’Expo, il quadro mondiale destabilizzato dalle nuove guerre potrebbe favorire Roma.
“Un evento di questo genere – spiega Angelo Camilli, il presidente di Unindustria che parteciperà al verdetto di Bie – può attrarre circa 30 milioni di visitatori, è previsto un impatto positivo di circa 50 miliardi nell’arco di dieci anni, 11 miliardi di investimenti, 5 miliardi di investimenti esteri, 300mila posti di lavoro. Scegliere Roma come sede per Expo 2030 rappresenterebbe un’opportunità straordinaria”.