ROMA – Tagliati oltre 100 mila posti per gli asili nido nella revisione del Pnrr. Preoccupano le risorse destinate alle imprese e i finanziamenti ai comuni. Le modifiche approvate venerdì dalla Commissione Ue fa insorgere le opposizioni che attaccano l’esecutivo e denunciano l’ennesimo colpo alle donne. Ma il governo assicura che si continuerà a investire sugli asili, per i quali sono in arrivo due nuovi piani.
Pnrr: taglio di oltre 100 mila posti negli asili
La modifica approvata dalla Commissione taglia oltre 100 mila posti negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia: il target finale passa da 264.480 a 150.480. Secondo fonti di governo si tratta di una rimodulazione necessaria per due motivi: da una parte i costi delle materie prime, cresciuti di almeno il 50% rispetto alle stime del 2021; dall’altra Bruxelles non ha ritenuto ammissibili come nuovi posti gli interventi di messa in sicurezza, demolizione e ricostruzione nonché i centri polifunzionali, selezionati nel biennio 2021-2022 dal precedente esecutivo. Dichiarate inammissibili dalla Commissione anche le spese per l’avvio della gestione del sevizio, operando un taglio di 900 milioni di euro.
Due piani per gli asili
Il governo assicura il continuo investimento per gli asili nido al fine di aumentare i posti: l’obiettivo è il raggiungimento del 33% di copertura entro il 2026. Infine verranno adottati due piani per gli asili. Uno da circa 530 milioni con le risorse finanziate nel decreto Caivano e un altro con i 900 milioni rimodulate per l’edilizia scolastica.
“Siamo determinati a spendere tutto e bene”, ha ammesso il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini mentre assicura Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia, “non ci sarà nessun taglio ma uno spostamento di risorse”.
Critiche dalle opposizioni
Sul taglio agli asili nido nel Pnrr insorgono le opposizioni. Un colpo alle donne e alle famiglie, è il coro di critiche giunto da Pd, Azione, Italia Viva. A far sentire le loro voci sono anche le amministrazioni comunali. “I nostri bilanci sono a rischio”, è il grido dell’Anci.