BERLINO – Il governo prende tempo sulla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità, il Mes, mentre i partiti ne discutono sottovoce e procede il dialogo in Parlamento. Al momento, però, nessuna ufficialità su quando e se ci sarà l’approvazione in Aula. Il contraltare alla ratifica, da sempre osteggiata a destra e in particolare dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sembra essere la modifica del Patto di Stabilità.
Asse Meloni-Scholz
La premier parla di passaggio storico quando si riferisce al summit a cui ha partecipato giovedì 22 novembre a Berlino. Tuttavia, permangono divisioni tra Meloni e il cancelliere tedesco Olaf Scholz sul Patto di Stabilità e in particolare sulle stringenti proposte tedesche. Il cuore della richiesta italiana è scorporare gli investimenti previsti dal Piano nazionale ripresa resilienza, il Pnrr, in particolare su green e digitale, dal calcolo del deficit. “Io non posso firmare un Patto che non tuteli gli investimenti”, commenta il cancelliere tedesco. Eppure, si tratta: Meloni e Scholz hanno firmato un piano d’azione che punta a rafforzare la collaborazione tra Roma e Berlino su diversi temi, come economia, energia, politica estera e di difesa. Un accordo che è “un’ottima notizia anche per l’Europa”, ha detto Meloni durante la conferenza congiunta con Scholz.
Intanto, si apprende che “sulla richiesta della quarta rata di pagamenti”, nel contesto del Netx Generation Ue, “la Commissione continua il suo dialogo costruttivo con le autorità italiane.
Allarme della Bundesbank sui tassi
La Banca centrale europea, ieri mercoledì 22 novembre, facendo riferimento alla recente decisione dell’Eurotower di non alzare i tassi, ha evidenziato che “il pieno impatto” della scelta “ancora non si vede”. Sui tassi si è espresso anche il governatore della Bundesbank, Joachim Nagel, che sostiene: “Tutti devono ridurre il debito, i tassi sono vicini al limite”. Nonostante l’inflazione in calo, “serve cautela perché ci sono ancora molti rischi”. “La guerra, spiega, può infiammare il prezzo dell’energia e questo causerebbe nuovi problemi”
Il dietrofront della Lega
Intanto, in Parlamento spunta l’intesa sulla manovra, dopo che le tre proposte di modifica alla Legge di bilancio presentate in Senato sono state ritirate. La mossa, infatti, tradiva il patto di maggioranza e l’allineamento sul non presentare emendamenti all’interno del centrodestra. Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega, ha provato a chiudere la questione dichiarando: “Evidentemente ho capito male e ho già dato mandato di ritirarli e di trasformarli in ordini del giorno”. Il fraintendimento ha portato a grande tensione tra Parlamento ed esecutivo.