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Inchiesta Fonsai, arresti per la famiglia Ligresti. La prima irregolarità fu rilevata nel 2008, ma l’ Isvap non intervenne

di Alessandro Filippelli17 Luglio 2013
17 Luglio 2013

Falso in bilancio e aggiotaggio sono questi i reati che hanno fatto scattare gli arresti per Salvatore Ligresti, i tre figli, Paolo, Jonella e Giulia Maria, i due ex amministratori delegati Fausto Marchionni ed Emanuela Erbetta, e l’ex vice presidente pro-tempore Antonio Talarico. L’ingegnere è ai domiciliari, i tre figli sono già in carcere. Paolo Gioacchino Ligresti, invece, non è stato arrestato ma risulta ricercato. Si trova infatti in Svizzera. Prima di prendere ufficialmente contatti con le autorità elvetichela Guardiadi Finanza di Torino attende di sapere se l’uomo intende rientrare in Italia e consegnarsi. Nel registro degli indagati risultano iscritti anche VincenzoLa Russa, fratello del politico Ignazio, i membri del comitato esecutivo di Milano Assicurazioni e, in virtù della normativa in tema di responsabilità amministrativa degli enti, la stessa società e la capogruppo Fondiaria Sai.
L’inchiesta torinese e milanese.  L’inchiesta torinese gira attorno a un buco di circa 800 milioni di euro, per la presunta falsificazione del bilancio del 2010, nel quale, come ha accertato anche l’Isvap, l’istituto di vigilanza delle assicurazioni sarebbe stata deliberatamente truccata la voce “riserva sinistri”, sottostimata per circa 800 milioni appunto, al fine di nascondere un pesante passivo nei conti della società. Così, secondo l’ accusa, gli investitori sarebbero stati privati di informazioni determinanti per una corretta valutazione dei titoli azionari. Il bilancio 2010, secondo i magistrati, è stato preso come base anche per la predisposizione del prospetto informativo dell’ aumento di capitale di Fonsai del luglio 2011. Da qui l’accusa di aggiotaggio. Inoltre, la Procura di Milano sta indagando su Giancarlo Giannini, ex presidente dell’Isvap, oggi Ivass: i pm sono convinti che qualcuno ai vertici dell’Isvap abbia coperto per anni la famiglia Ligresti, e lo ha fatto fingendo di non vedere le decine di manovre finanziarie dissennate che hanno portato la compagnia Fondiaria-Sai sull’orlo del fallimento. Gli indizi c’erano fin dal 2008, ma tutto rimase insabbiato. Solo dal 2011 la magistratura ha messo sotto la lente di ingrandimento“relazioni pericolose” tra Ligresti e Giannini.
L’impero Ligresti. L’inchiesta Fonsai rappresenta un duro colpo per la famiglia Ligresti e per il suo impero che si sgretola a colpi di inchieste giudiziarie. L’epopea di Salvatore, classe 1932, origini siciliane, di Paternò, paese in provincia di Catania alle pendici dell’Etna, inizia nella Milano degli anni ’60, in pieno boom economico: fiuta l’affare immobiliare e in poco tempo diventa un costruttore affermato. Negli anni ’80, il salto di qualità: grazie ad amicizie influenti (Craxi, Berlusconi, Cuccia) entra nel salotto buono di Mediobanca. Diventa “Mister 5%”, emblema di quel capitalismo all’italiana che, con piccole partecipazioni, controlla grandi imperi. Con le sue holding (Premafin, Imco, Sinergia), mette lo zampino in Pirelli, Generali, Unicredit, RCS. Ed introduce nel dorato mondo della finanza anche i tre figli: Paolo, Jonella e Giulia. Non lo ferma neanche Tangentopoli: patteggia 2 anni e 4 mesi per corruzione e tira dritto. L’apice lo raggiunge nel 2002, quando la sua SAI (Sociatà Assicurativa Industriale) incorpora “La Fondiaria”, dando vita a Fondiaria-Sai, secondo polo assicurativo in Italia.
La reazione di Piazza Affari.  Reazione fredda di Piazza Affari alla notizia dell’arresto della famiglia Ligresti. ”Un po’ di debolezza su Fonsai – commentano gli operatori con il titolo che arriva a cedere il 2% ma poi recupera tornando a cedere intorno all’1% – ma non si notano particolari reazioni nemmeno ‘psicologiche’. E’ significativo che su Premafin non ci sia stano neppure uno scambio”. Milano Assicurazioni cede lo 0,68 per cento.

 Alessandro Filippelli

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