VIGONOVO (VENEZIA) – L’autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin, la giovane trovata morta sabato scorso dopo essere scomparsa per una settimana insieme all’ex fidanzato, potrebbe essere eseguita nelle prossime ore, chiarendo così le cause della morte e l’arco temporale del crimine. Poi la salma sarà restituita alla famiglia per i funerali. Il corpo, nonostante quasi una settimana nel bosco, era integro. Il medico legale ha già chiarito che quando il suo presunto assassino, Filippo Turetta, l’ha gettata nella scarpata vicino al lago di Barcis nella quale è stata ritrovata, Giulia era già morta.
Turetta, attualmente in stato di arresto in Germania, dove aveva tentato la fuga guidando per oltre mille chilometri, “ha acconsentito a essere estradato”, ha affermato il suo avvocato. Già oggi il tribunale regionale di Naumburg potrebbe iniziare a esaminare la richiesta di estrazione del ventiduenne, mentre la Procura di Venezia avrà il compito di chiarire se quello di giulia Cecchetin è stato un omicidio prededitato o no.
Molti, infatti, gli indizi a supporto. I sacchi che ha usato per nascondere il cadavere, il coltello con il quale si è presentato all’appuntamento, e che sembrerebbe essere l’arma del delitto, e le ricerche di “kit di sopravvivenza in alta quota” sul pc del ragazzo. Qualora si configurasse l’aggravante della premeditazione Turetta rischia l’ergastolo.
La parole della famiglia e la fiaccolata di Vigonovo
“Non provo rabbia, non provo nulla. Io penso alla mia Giulia che per me ormai non c’è più”. Sono le uniche parole che stamani ha detto ai giornalisti Gino Cecchettin, padre di Giulia, uscendo dalla sua abitazione a Vigonovo. Ieri, proprio nel paese di residenza della ragazza si è svolta una fiaccolata in memoria di Giulia Cecchettin, dove migliaia di persone si sono recate per dare l’ultimo saluto alla studentessa di ingegneria. Il comune aveva preparato circa 2 mila candele che sono state esaurite in pochissimo tempo. Presenti sia il padre che la sorella di Giulia, ma anche i genitori di Filippo. “Hanno sentito fosse loro dovere esserci” ha affermato l’avvocato dei Turetta, che ha raccontato anche dell’incontro avvenuto tra le due famiglie privo di formalismi e nel rispetto reciproco.
Questa mattina la sorella di Giulia, Elena Cecchettin è tornata a parlare della tragedia che ha colpito la sua famiglia. “Mia sorella era più buona, più dolce, più sensibile di quello che tutti immaginano” ha detto ai giornalisti. “Mi sono immaginata mia sorella che mi diceva «forza, vai»” ha aggiunto. La ragazza nelle scorse ore ha anche scritto una lettera aperta al quotidiano Il corriere della sera: “Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. Un mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c’è. I ‘mostri’ non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro”, ha detto.
La laurea di Giulia
Giulia avrebbe dovuto laurearsi in ingegneria la scorsa settimana. Una laurea che non ha potuto ricevere, ma che l’Università di Padova le conferirà comunque, come ha fatto sapere stamattina la rettrice Maddalena Mapelli. “Era a la prima studentessa attesa alle 8 e mezza. La laurea ci sarà, ci sarà di sicuro”, ha detto Mapelli durante un convegno in aula magna iniziato con un minuto di silenzio in ricordo della giovane uccisa. “Questo è il momento di rispettare il dolore dei familiari”, ha aggiunto la rettrice. “Contatteremo la famiglia per una cerimonia con le tempistiche e le modalità che la famiglia vorrà accettare”.