ROMA – Il giorno dell’esame più temuto è arrivato. Nella serata di oggi, 17 novembre, l’agenzia di rating Moody’s esprimerà il suo giudizio sull’affidabilità finanziaria dell’Italia. Dopo l’approvazione di una manovra prudente e la revisione al ribasso sulle stime di crescita del Pil per il 2023, l’Italia si presenta alla prova del nove con un outlook negativo, quindi un rischio declassamento. La valutazione di partenza è “Baa3”, appena sopra alla soglia che ci separa dall’area di “non investimento”, il cosiddetto livello “junk”, spazzatura. Gli analisti Unicredit, come riportato dal Sole 24 Ore, ritengono tuttavia che il giudizio di Moody’s resterà invariato, anche “alla luce della resilienza dimostrata dall’Italia ai recenti shock, come quello energetico”.
Il rischio declassamento
La prima conseguenza dell’eventuale declassamento, come descritto in uno studio di Barclays, farebbe lievitare lo spread tra Btp e Bund tedeschi, attualmente a quota 175, intorno ai 250 punti base.
I precedenti
Il giudizio di Moody’s segue quello di altre tre agenzie di rating: Standard & Poor’s, Dbrs e Fitch, che hanno tutte lasciato immutato il rating e l’outlook. Lo scorso 20 ottobre, in particolare, S&P ha confermato il giudizio “Bbb” con prospettive stabili. Stessa strada seguita il 10 novembre da Fitch, che ha evidenziato come “l’attuale esecutivo possa contare su una maggioranza parlamentare più stabile rispetto alle precedenti amministrazioni”.