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HomeEconomia Balneari, il pressing europeo sull’Italia

Balneari, l'Unione europea
prepara lettera d'infrazione
Trattativa dell'Italia

Occupato solo il 33% delle spiagge

Assobalneari: la risorsa non è scarsa

di Raffaele Rossi16 Novembre 2023
16 Novembre 2023
Una spiaggia e stabilimento balneari nelle Marche | Foto Ansa

Una spiaggia e stabilimento balneari nelle Marche | Foto Ansa

BRUXELLES – È sul tavolo di palazzo Berlaymont la lettera che la Commissione europea è pronta a recapitare al governo italiano per l’adeguamento alla direttiva Bolkestein. Si tratta dell’ultimo passaggio prima di una possibile maxi multa da commissionare al nostro paese sul dossier Balneari. Secondo la direttiva, infatti, le concessioni di occupazione delle spiagge italiane devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente e non rinnovabili automaticamente.

Il 5 ottobre scorso è stata eseguita una mappatura delle spiagge italiane: il 33% delle coste è in concessione mentre il 67% risulta libero. Su questa base, il governo Meloni starebbe lavorando a una norma intermedia tra quanto previsto dalla Bolkestein e la tutela degli operatori balneari. Per Assobalneari, mancherebbe il presupposto per le gare in quanto, in Italia, non c’è scarsità di risorse naturali.

Balneari: dialogo aperto tra Italia e Ue

Ora il dialogo rimane aperto tra Roma e Bruxelles e la Commissione potrebbe anche decidere di rinviare l’invio. Secondo la normativa, una volta inviata la missiva, il governo italiano avrebbe due mesi di tempo per replicare, assicurando però un adeguamento normativo alle concessioni balneari.

Non è quindi un caso che il dossier Balneari sia stato tra i temi caldi del vertice ristretto di maggioranza di martedì scorso, convocato a Palazzo Chigi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Come avvenuto in passato, la premier potrebbe provare a fermare l’invio della lettera, ragionando con l’esecutivo europeo sui prossimi passi da fare.

Il caso della scorsa primavera

La scorsa primavera, una lettera Ue era pronta a essere inviata all’Italia dopo una sentenza della Corte di Giustizia europea su una vertenza tra Antitrust e il Comune di Ginosa, in Puglia. La Commissione europea, dopo un incontro tra Meloni e il commissario Breton, scelse di non muoversi, ribadendo, un mese dopo, come i continui ritardi nell’implementazione delle procedure per le gare restassero fonte di preoccupazione.

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