Due settimane dopo il golpe che ha destituito il presidente islamista Mohammed Morsi, si compone il governo provvisorio voluto dai militari mentre continuano gli scontri al Cairo e nel Sinai che hanno causato decine di morti e centinaia di feriti. Ieri, nelle mani del presidente ad interim, Adly Mansour, hanno giurato i nuovi ministri, nonostante le minacce e gli anatemi arrivati dalla fratellanza musulmana che da giorni martella la reggenza militare che controlla il paese.
Un esecutivo civile, guidato dall’economista ed ex ministro delle finanze, Hazem Beblawi, e composto da ben 33 ministri, tra cui il regista della deposizione di Morsi, il capo dell’esercito Abdel Fattah al-Sissi, nominato ministro della Difesa e primo vice ministro. Nel nuovo governo ci sono anche tre donne, tra cui una cristiana copta (così come altri due colleghi). A Maha el-Rabat, il premier ha affidato il ministero della Sanità. Agli Esteri va Nabil Fahmy, diplomatico ed ex ambasciatore del Cairo a Washington, mentre all’Interno Mohammed Ibrahim, che aveva lo stesso incarico nel Governo presedente. Il nuovo ministro dello Sport è Taher Abuzeid, star del calcio egiziano, negli anni Ottanta centravanti della più prestigiosa squadra del paese, l’el Ahly.
Sul governo di transizione, che dovrà guidare il paese verso nuove elezioni democratiche e redigere una nuova costituzione, si è immediatamente abbattuta la scomunica della fratellanza che rifiuta di riconoscere la legittimità dell’esecutivo. Ieri notte, al Cairo, gli scontri tra militanti islamici e soldati hanno lasciato sul terreno 7 morti e 261 feriti. Quelli di ieri sono stati i primi scontri nella capitale dopo quelli dell’8 luglio scorso in cui erano morti 55 militanti. Il tutto mentre continuano gli attentati nel Sinai, dove ieri un nuovo attacco armato contro postazioni militari egiziane alla frontiera ha causato la morte di sei soldati e un civile. È il terzo attentato nella regione in meno di 72 ore.
Nonostante la protesta della fratellanza sembra perdere forza – i capi sono stati quasi tutti arrestati e le sedi del movimento incendiate nella protesta – l’opposizione degli islamisti è un grosso ostacolo per la sopravvivenza del nuovo governo e non lascia sperare nulla di buono. Non è un caso che le forze laiche abbiano convocato per venerdì prossimo una grande manifestazione per «proteggere i risultati della rivoluzione 2».